Ma mia Africa/ 21 – Di Tiziana Tabarelli

Un attentato terroristico sventato in Kenya dalla solidarietà spontanea della gente

In alto, la vista che si gode dal torpedone - Il basso, gente che attende l'autobus.
 
Una ventina di giorni fa un autobus che collega le città del Kenya Occidentale con Nairobi ha passato un brutto momento.
Nei pressi di Mukamba, città che conta all’incirca 100mila abitanti come Trento, l’autobus di linea aveva imboccato la strada che attraversa la foresta.
D’un tratto degli individui armati fermano il torpedone. Si fanno aprire il portellone e entrano con i kalashnikov.
«Scendano tutti i cristiani! – Urla uno di loro. – Svelti!»
Il Kenya è un paese sostanzialmente cristiano e, anche se l’Islam sta prendendo piede con l’imposizione e le minacce, non supera l’11% della popolazione.
Comunque sia, la religione non ha mai turbato il quieto vivere della gente, anche perché le missioni hanno solo portato benessere e conforto. 
 
E difatti l’agguato dei fondamentalisti esaltati che volevano separare cristiani da musulmani per ucciderli ha scatenato la solidarietà dei passeggeri.
Immediatamente sono usciti dalle borse veli, sciarpe, coperture di vario genere, che sono state distribuite presso le donne che potevano sembrare cristiane.
Lì per lì i banditi non sapevano cosa fare. Non avevano il tempo di porre domande sul Corano o quanto servisse per distinguere fedeli da miscredenti.
Finché qualcuno dal fondo del pullman ha gridato «Attenti, arrivano i soldati!»
Le forze dell'ordine in Kenya non vanno tanto per il sottile con i terroristi e così i banditi hanno preferito darsela a gambe.
 
I giornali e le TV locali hanno dato la notizia, ma - come si sa - fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, e la notizia è rimasta lì.
Questa storia l’ho raccontata proprio per diffonderla.
Qui in Kenya sta effettivamente crescendo il rischio di attentati di matrice islamica anche nei piccoli centri, ma la gente mantiene la propria solidarietà indipendentemente dalla religione.
Il senso sacro per la vita è un valore che le nostre missioni hanno diffuso tra la popolazione e il gesto di spontanea solidarietà avvenuto in quel pullman è un risultato che dovrebbe far meditare gli intolleranti e incoraggiare gli uomini di buona volontà.
 
Tiziana Tabarelli