L’autonomia del Trentino oggi – Di Mauro Marcantoni – 38
Il nodo irrisolto della Regione autonoma Trentino Alto Adige
Passando alle ripercussioni sui rapporti tra la Regione Trentino-Alto Adige e le Province autonome, il nuovo art. 116 della Costituzione ribadisce l’esistenza delle cinque Regioni ad autonomia speciale e, più in particolare, afferma che «la Regione Trentino-Alto Adige è costituita dalle Province autonome di Trento e Bolzano».
Tale disposizione consolida la singolare geografia degli enti legislativi previsti dal nostro Statuto e allo stesso tempo sancisce il ruolo centrale delle Province che diventano elementi costitutivi della Regione.
Ciò significa che la Regione viene confermata nella sua esistenza per espressa disposizione costituzionale come ente «derivato» dalle due Province: ente che potrebbe porsi come sede naturale per le questioni di interesse comune.
Con questi importanti interventi legislativi, è ragionevole sostenere che l’assetto autonomistico di cui godono le due Province autonome nel comune quadro regionale possa essere ritenuto compiuto.
Quindi, la prospettiva che si apre è quella di una sua piena valorizzazione, non solo guardando agli aspetti legislativi e finanziari, ma anche, e soprattutto, alle capacità di autogoverno.
Il tutto, ovviamente, auspicando che l’esperienza autonomistica prosegua positivamente, resistendo al duplice rischio di un’erosione dall’esterno, ad opera della cultura neo-centralista romana, e dall’interno, per il venir meno della capacità di autogoverno in una situazione molto più complessa e ostile rispetto al passato.
In questa prospettiva è fondamentale considerare che la ridotta dimensione delle due province e il fatto di trovarsi su un unico corridoio che dalla pianura padana arriva fino al Brennero rendono essenziale un eccezionale sforzo di cooperazione nell’intento di creare migliori economie di scala e concentrare fruttuosamente le risorse di cui dispongono le due Province, nella convinzione che agire separatamente renda tutti più deboli.
Solo in questo modo sarà possibile dare nuovo senso e nuova legittimazione alla nostra specialità statutaria.
Una specialità che va quindi rinsaldata attraverso una forte intesa tra le due Province, fondata su tre capisaldi.
Innanzitutto, l’assetto tripolare che vede coesistere sullo stesso territorio le due Province e la Regione è uno spazio di «specialità», garantito dalla Costituzione, che non ha uguali in tutto il panorama nazionale.
Ciò significa che la capacità di dare un nuovo e sensato ruolo alla Regione è uno dei modi più stimolanti e credibili per dare fiato al nostro particolare assetto statutario e istituzionale.
In secondo luogo, la capacità di valorizzare l’esperienza compiuta dall’autonomia con la costruzione di un impianto normativo e di gestione che non solo ha più di mezzo secolo di vantaggio sulle Regioni ordinarie, ma è divenuto parte integrante e sostanziale della nostra particolare configurazione giuridica.
Infine, la capacità di intessere un sistema di rapporti transnazionali, che può divenire uno straordinario spazio di sperimentazione di soluzioni istituzionali originali ed avanzate, anche nel più ampio quadro europeo.
Uno spazio di sviluppo coerente con le nostre radici storiche, ma anche con la sempre più importante e vitale esigenza di fare concreto e fattivo esercizio di cooperazione transnazionale e di pacifica convivenza.
Rielaborazione giornalistica dei contenuti del volume di Mauro Marcantoni STORIA, della Collana Abitare l’Autonomia - IASA Edizioni, Trento. |