Il salvagente a Mentana e ai Trentini che lo hanno applaudito

Il PATT: «Inaccettabili e vergognose le parole di Mentana sulle autonomie speciali»

Nel riquadro che segue riportiamo la dura nota del vice segretario politico del PATT Simone Marchiori inviata alle redazioni in merito alle battute infelici di Enrico Mentana, intervenuto ieri a Trento davanti a un pubblico nutrito.
In effetti Mentana non ha fatto una gran bella figura, pronunciando concetti superficiali che non circolano in Italia più da almeno 50 anni.
E i Trentini che lo hanno applaudito hanno dimostrato che non lo stavano ascoltando.

Con riferimento alle dichiarazioni di Enrico Mentana, direttore del TG di LA7 ospite ieri in Piazza Battisti a Trento, ritengo opportuno intervenire con forza a nome della Segreteria politica del PATT. Quelle di Mentana, infatti, sono parole inaccettabili e vergognose frutto di un’analisi superficiale e di una totale ignoranza della realtà delle autonomie speciali.
Come autonomisti, ma soprattutto come trentini, non possiamo tollerare che un giornalista famoso e stimato come Mentana si lasci andare ad esternazioni che nulla hanno a che fare con la realtà della nostra terra.
È scandaloso, infatti, che davanti ad una piazza gremita e senza alcuna possibilità di contraddittorio, il noto giornalista si sia permesso di offendere intere popolazioni che, da decenni e secondo la legge, lavorano per migliorare la propria condizione, far crescere la propria terra e veder rispettati i propri diritti.
 
Basti pensare al passaggio in cui Mentana ha paragonato la SVP a fascismo e comunismo, dimenticando che il partito di raccolta sudtirolese è dal ’48 che riceve democraticamente la maggioranza dei consensi e governa, quindi, a pieno titolo la Provincia autonoma di Bolzano.
Ma è altrettanto grave che il giornalista si permetta di sbeffeggiare le minoranze linguistiche invitandole ad andare in Austria solo perché non parlano italiano e rappresentano una cultura diversa.
 
Ancora una volta con arroganza si ribalta la realtà dei fatti. Ancora una volta prevale la logica secondo cui i problemi che affliggono l’Italia derivano dalle Autonomie speciali e non da un centralismo esasperato dello Stato e da un regionalismo incompleto che impedisce alle regioni ordinarie di mettere in atto quell’autogoverno in grado di valorizzare ogni singolo territorio.
Certo, è innegabile che ci siano autonomie speciali che funzionano ed altre che purtroppo rappresentano una fonte di sprechi senza fine, ma guardando alle parole di Mentana, la soluzione non è di certo quella di eliminare tutte le speciali, ma semmai di ampliare le forme di autonomia di quelle regioni che sono in grado di autogestirsi.
 
Ciò che preoccupa e che rattrista è che Mentana abbia pronunciato queste parole proprio a Trento e che la piazza gremita abbia applaudito senza remore, voglio sperare inconsciamente sull’onda emotiva suscitata dal giornalista, non capendo che se fosse messo in atto quanto affermato, le prime a pagarne le conseguenze sarebbero proprio le persone presenti e, in particolare, i giovani a cui era dedicato l’incontro.
Giovani che, grazie all’Autonomia, possono contare su un’università d’eccellenza, su servizi e incentivi invidiati da più parti e su un tessuto sociale ancora in grado di garantire un futuro da protagonisti alle nuove generazioni.
Cosa che lo Stato italiano, per stessa ammissione di Mentana, di fatto non riesce a fare.
 
Simone Marchiori
Vicesegretario politico del PATT


Che dire? Già Mussolini aveva obbligato i cittadini di lingua tedesca di «optare» se stare in Italia parlando italiano o andare in Austria o Germania e parlare tedesco. Erano i «Da bleiber» e gli «Optanti». Storia amara e fortunatamente passata. Quindi è troppo chiedere a Mentana se ne sapesse il significato…
Ma va aggiunto che neanche Mussolini aveva pensato di obbligare Ladini, Mocheni e Cimbri di andarsene se non avessero optato per la lingua italiana. In quale paese poteva mandarli...?
 
Sia Mentana che i Trentini che lo hanno applaudito si meritano dunque pienamente il salvagente, per non annegare in questo mare di... cavolate.