Delegazione dell'Anpi del Trentino alla strage di Marzabotto
I tedeschi uccisero 1.830 persone, distrussero 800 case, una cartiera, un risificio, cinque scuole, sette ponti, undici cimiteri, nove chiese e cinque oratori
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Una folta delegazione dell'Anpi del Trentino guidata dal presidente Mario Cossali ha partecipato domenica scorsa alla manifestazione in occasione della terribile strage compiuta dai reparti della 16° divisione Panzergrenadier «Reichsfurer SS» del maggiore Walter Reder guidati da militi della Repubblica fantoccio di Mussolini tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nel territorio dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, sulle pendici del Monte Sole.
Si tratta della più violenta mattanza, per ferocia e numero di vittime, messa a segno dai nazisti in Italia, con il bilancio di 1.830 vittime civili, tra donne, uomini e bambini.
Tutto il territorio fu messo ferro e fuoco senza alcuna pietà, con la distruzione di 800 case, una cartiera, un risificio, cinque scuole, sette ponti, undici cimiteri, nove chiese e cinque oratori Al termine della tragica rappresaglia, prima di andarsene Reder fece disseminare il territorio di mine che continuarono ad uccidere, fino al 1966, altre 55 persone.
Nell'orazione ufficiale il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha sottolineato come «l'inderogabile dovere della memoria è chiamato oggi a misurarsi con il pericoloso riemergere in numerosi Paesi europei di quella ideologia di violenza e di morte che insanguinò l'intero continente. Ogni negazione, ogni tolleranza, ogni arretramento nella rigorosa tutela dei valori e degli spazi di libertà e democrazia vanno combattuti con rigore senza incertezza o esitazione alcuna.»
Al termine della cerimonia, gli antifascisti trentini sono stati ospitati dall'Anpi di Marzabotto con cui si sono stabiliti fraterni rapporti ormai da molti anni.