Auto: vendite in calo in Europa, però migliora FCA

E in tutti i casi, il mercato dell’usato registra sempre lo stesso volume di affari

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Nei giorni scorsi sono stati pubblicati i dati dei costruttori riuniti nell'ACEA (Associazione Europea dei costruttori di automobili) sulle vendite in Europa dei primi mesi dell'anno.
Il dato non è positivo come si credeva, in quanto ad Aprile in Europa e dei paesi aderenti all'Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera) sono state vendute 1.230.235 auto, il 6,8% in meno dello stesso mese del 2016.
Le cause sarebbero da attribuire al lungo ponte pasquale e alla nuova tassazione utilizzata sull'acquisto di automobili nuove nel Regno Unito.
 
Si è trattato dunque di un vero e proprio contraccolpo sul mercato, anche se i primi quattro mesi dell'anno sono stati comunque positivi ottenendo quasi 5,5 milioni di immatricolazioni con una crescita di quasi un 5% in più rispetto allo scorso anno.
Anche se la flessione è stata più che ammortizzata, si tratta di una doccia fredda per le case costruttrici che speravano in numeri positivi anche ad Aprile, per continuare la crescita dei primi tre mesi (si parla di un 8,4% in più) che si era allineata perfettamente con le aspettative e che stava facendo ritornare i fasti di un decennio fa.
Ma in ogni caso nessuna paura, le condizioni affinché la crescita nelle immatricolazioni nei paesi dell'Unione Europea continui anche nel mese di maggio e in generale nei prossimi mesi.
 
Andando ad analizzare più nel dettaglio i dati ottenuti dalle case costruttrici vediamo che sedici paesi dell'UE su ventotto hanno ottenuto risultati negativi, in particolare la flessione maggiore è stata nel Regno Unito (-19,8%) che paga l'introduzione delle nuove tasse sull'acquisto di auto, come già anticipato ad inizio articolo, seguita a ruota dalla Germana che ha fatto segnare un -8% di immatricolazioni, dalla Francia (-6%) e dall'Italia che con un -4,6% è riuscita a mantenere un risultato accettabile.
Diversa la situazione invece in Spagna dove, nonostante ponti e crisi, si è riusciti comunque a chiudere il mese di aprile con un aumento di poco più dell'uno percento.
 
Per capire quanto possa essere stato incisivo il calendario «sfavorevole» è stato preso come esempio il caso del risultato ottenuto dalla Germania: dopo una crescita del 6,7% nei primi tre mesi, le immatricolazioni hanno segnato il calo di otto punti percentuale in Aprile, dovuti appunto ai tre giorni lavorativi in meno.
Ma se si considera che ogni giorno lavorativo può valere circa il 4,5% delle vendite in mese, si arriva facilmente alla conclusione che se non ci fossero stati i tre giorni di sosta, il mercato tedesco avrebbe chiuso in crescita anche ad Aprile.
 
Naturalmente questi dati sono stati accusati dalle case costruttrici che ne hanno patito le conseguenze, tra queste ovviamente anche FCA che in Aprile ha registrato poco meno di 90.000 immatricolazioni, un lieve calo dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2016.
Considerando però il calo del mercato in generale, Fiat Chrysler ha comunque ottenuto un crescita che sommata a quanto ottenuto nei primi mesi dell'anno rappresentano un vero e proprio exploit per l'azienda trainata sopratutto dal gruppo Alfa Romeo.
 
Nel mercato dell’usato, invece, continua il grande successo dei compro auto che permettono ai privati di vendere un veicolo usato per contanti.
Una soluzione che indubbiamente alletta tutti coloro che hanno necessità di disfarsi della propria auto usata.