«È necessario passare dal welfare state al welfare civile»

È il tema al centro del convegno «Un’economia civile per l’inclusione e la mobilità sociale» nell'ambito del Festival dell'Economia

C’è bisogno di un nuovo welfare, che sappia rispondere ai bisogni di tutti grazie alla capacità di interagire di soggetti diversi quali ente pubblico, imprese e associazioni.
È il modello approfondito da Stefano Zamagni, economista e co-fondatore della Scuola di economia civile, e Maurizio Ferrera, professore di Scienze politiche all’Università degli studi di Milano, nel corso dell’incontro «Un’economia civile per l’inclusione e la mobilità sociale» organizzato dalla Federazione Trentina della Cooperazione al Festival dell’economia 2015.
Quello del welfare state è un sistema ormai superato, messo in crisi dalla difficile sostenibilità economica e dall’incapacità di garantire una elevata qualità tacita, cioè una qualità basata non su parametri standard ma sulla reale soddisfazione delle persone.
A questo si aggiunge il tema del suprlus people, cioè delle persone escluse di cui nessuno vuole farsi carico.
«Da questo – ha commentato Zamagni – nasce l’esigenza di reinventare il welfare.»
 
«Il nuovo modello proposto è quello del welfare civile – ha spiegato Ferrera – che io definisco secondo welfare, sia perché arriva dopo il welfare state, sia perché coinvolge soggetti e risorse diverse, del mondo privato.»
Ferrera ha quindi parlato di alcune esperienze che si stanno sviluppando anche in Italia, partendo dal mondo del credito e delle fondazioni che stanno utilizzando meccanismi tipici del mercato bancario per reperire risorse da investire in attività sociali.
«Molte di queste cose stanno già dispiegandosi in Italia e in altri Paesi – ha aggiunto – il problema è che sono poco visibili perché manca una rilevazione sistematica.»
 
Ma quali sono gli strumenti da mettere in campo? Entrambi i docenti concordano nel dire che è alla base di questo nuovo modello ci deve essere il principio della sussidiarietà circolare.
«Bisogna – ha chiarito Zamagni – che ente pubblico,mondo degli affari e società civile organizzata trovino il modo per programmare i servizi di assistenza, per erogarli e per valutarli.»
E in questo contesto, secondo Ferrera, allo Stato spetta il ruolo di coordinamento, mentre il sistema deve essere plurale e pluralistico.
Un ruolo speciale in questa fase di tradizione spetta alle imprese cooperative, secondo Zamagni.
«L’essere umano ha bisogno del rispetto e del riconoscimento della propria specificità e una delle caratteristiche dell'impresa cooperativa è proprio il garantire il riconoscimento della specificità di ognuno. E questo ha un valore fondamentale anche ai fini della produttività.»