Consegnato a Václav Havel il «Premio De Gasperi» 2010
Per contro dell'ex presidente della Cecoslovacchia post-comunista e della Repubblica Ceca, lo ha ritirato la moglie Dagmar Havlova
Dopo Helmut Kohl, Carlo Azeglio
Ciampi e Simone Veil, il premio «Degasperi - Costruttori d'Europa»
era stato assegnato lo scorso anno a Václav Havel, già drammaturgo
di fama mondiale, ultimo presidente della Cecoslovacchia
post-comunista e primo della Repubblica Ceca (vedi nostro
articolo dello scorso anno).
Vista l'indisponibilità di Havel a partecipare alla premiazione,
era stato deciso di conferirgli il premio il giorno della Festa
dell'Autonomia del Trentino, il 5 settembre 2010.
Havel, tuttavia, non poté venire neanche il 5 settembre scorso per
motivi di salute, problemi che non ha ancora risolto, tanto vero
che non ha potuto intervenire al Festival dell'Economia e alla fine
ha voluto mandare sua moglie Dagmar Havlova a ritirarlo al posto
suo.
Oggi la cerimonia alla sede della Provincia autonoma di Trento.
Molte
le autorità presenti alla cerimonia, che si è aperta con il saluto
del vicesindaco di Trento, Paolo Biasioli, che ha ricordato il
gemellaggio avviato dal 2002 fra la nostra città e Praga, per
soffermarsi poi sul valore dell'impegno di figure come quella di De
Gasperi e, in una stagione diversa della storia europea, del
presidente Havel per costruire un continente unito e solidale.
Impegno che è stato sottolineato anche dall'ambasciatore Zavazal,
il quale ha parlato di Havel come di un uomo e un cittadino, prima
ancora che di un politico, capace di assumersi fino in fondo le
proprie responsabilità, e ciò a partire dalla creazione della
famosa Charta 77, il manifesto per i diritti civili creato da
numerosi intellettuali cechi che si opponevano al regime dopo la
«normalizzazione» che era seguita alla Primavera di Praga.
Havel e altri pagarono anche con il carcere questo loro impegno,
riuscendo però a mantenere viva nel paese la «fiamma» del
rinnovamento.
Il presidente Dellai ha ricordato la genesi del premio De Gasperi,
istituito nel 2004 con l'intenzione di «recuperare la figura dello
statista di origini trentine dall'oblio in cui sembrava
condannata».
«Da allora abbiamo realizzato molte iniziative, - ha proseguito il
Presidente - che hanno consentito anche alle giovani generazioni di
recuperare la memoria di Alcide Degasperi. Fra queste, un posto
particolare spetta però al premio che abbiamo istituito per
ricordare il suo impegno europeista e parimenti per rendere omaggio
ad altre figure importanti che si sono distinte per l'avere dato un
contributo fondamentale alla costruzione dell'Europa unita. Figure
come quella del presidente Havel, appunto.»
Dellai ha quindi letto le motivazioni che hanno spinto la giuria a
conferire, all'unanimità, il premio a Václav Havel.
La figura di Václav Havel si è iscritta
nel cuore di tutti gli europei come quella di chi in circostanze
drammatiche per ragioni storiche e personali fa appello contro ogni
forma di oppressione alla coscienza individuale dei suoi
concittadini e del mondo. Questa scelta, duramente pagata col
carcere e con la persecuzione politica, è espressione della
tradizione di una cultura europea a servizio della libertà e
dell'impegno per la costruzione di un sistema politico
migliore. |
La signora Havlova ha quindi ritirato il premio a nome del marito e ha letto i suoi saluti di ringraziamento, nei quali il presidente Havel ha sottolineato la capacità che avrà l'Europa di superare ogni ostacolo portando avanti un'idea la cui forza è tale da diffondersi in tutto il mondo.
«Anche in futuro - è il messaggio finale trasmesso in sua vece dalla signora Havlova - continuerò ad impegnarmi per la vittoria della ragione e della solidarietà.»
Infine il saluto di Maria Romana Degasperi (nella foto di destra), figlia e per molti anni stretta collaboratrice di Alcide Degasperi, che ha ricordato come il padre abbia visitato la terra di Havel durante la Prima guerra mondiale, quando si occupava di assistere i Trentini sfollati dalle zone più vicine al fronte, molti dei quali erano giunti, in condizioni molto difficili e precarie, in quella che poi sarebbe diventata la Cecoslovacchia.
«Per fortuna - ha detto - tutto questo non succederà più, l'Europa non sarà più lacerata da un'altra guerra. E questo lo dobbiamo a figure come quella di mio padre, di Schumann , di Afdenauer e di personaggi della statura del presidente Havel.»