«SOL» remix di Andrea Castelli, un altro sold-out
L’attore trentino mette a segno un altro successo e rilancia con una terza replica il 5 aprile – Prevendite dal 30 gennaio
Lo scorso 22 dicembre Andrea Castelli, volto tra i più amati dal pubblico regionale, ha riportato sul palco dopo ben 36 anni «SOL», uno dei suoi primi monologhi, rivisitandolo grazie ad un remix dei pezzi più iconici.
Un ritorno che ha immediatamente incontrato la grande risposta del pubblico, con lo spettacolo che in pochi giorni ha fatto registrare il ‘tutto esaurito’.
A distanza di poche settimane, l’attore trentino tornerà nuovamente in scena al Teatro Sociale domenica 29 gennaio alle ore 20.30.
Ancora con Sol in versione remix, ancora con un altro sold out. Un enorme successo di pubblico che testimonia quanto i trentini amino questo spettacolo.
Ma non finisce qui, visto che il Centro Servizi Culturali S. Chiara ha in programma una terza replica dello spettacolo.
Per chi ancora se lo fosse perso, Andrea Castelli tornerà al Teatro Sociale anche il prossimo mercoledì 5 aprile.
Un evento da non mancare per gustarsi dal vivo il primo storico monologo del teatro trentino, che fino a quel momento non si era mai cimentato con uno spettacolo «in SOLitaria».
«Da allora, come tutti sappiamo, tanti sogni, promesse e ideali si sono infranti e la prospettiva si è fatta più oscura, ma proprio per questo crediamo che la distanza temporale di quasi quarant’anni sia un reagente per individuare il contrasto tra una certa innocenza e ingenuità di un mondo quasi spensierato che ha perso la sua semplicità (un problema di matematica assurdo, gli occhi magnetici della prof d’inglese, l’avviamento al ciclismo) e quello affannoso di oggi, allarmista, problematico e cattivo che ogni giorno ci ferisce, – spiega lo stesso Andrea Castelli. – Ma al di là di tutte queste considerazioni, la ripresa di Sol vuole essere un affettuoso omaggio a quel pubblico di affezionati fan che ormai hanno consumato audio e videocassette, che citano a memoria brani e battute, che sono cresciuti con un gergo castelliano perché i genitori, o addirittura in certi casi i nonni, li avevano portati a teatro.»