Oliver James punta il dito sul responsabile: il «selfish capitalism»
«Il capitalista egoista» - Lo psico-economista torna ad indagare i malesseri della società dell'opulenza
Non ha nemmeno quarant'anni, ma ha
già vissuto sette vite.
Il suo volto è tutt'altro che facile da identificare. Di lui, si sa
per certo che parla inglese. Che la sua madrina, Margaret Thatcher,
lo ha cresciuto a suon di tagli alla spesa sociale, euroscetticismo
e liberismo sfrenato.
E che il suo patrigno, Ronald Reagan, lo ha ingozzato a forza di
scelte antisindacali e riduzioni fiscali ai ricchi.
È il capitalista egoista, protagonista del nuovo saggio dello
psico-economista inglese Oliver James (Il capitalista egoista,
Codice edizioni) e principale nemico, secondo la teoria sostenuta
dall'autore, dell'equilibrio psichico dell'Occidente
industrializzato.
Stabilendo un nesso tra materialismo e disturbi della sfera emotiva
e ritenendo che i livelli di stress sono molto più alti nei Paesi
anglofoni, James punta il dito contro il «selfish capitalism» di
matrice angloamericana, un sistema politico-economico fondato
sull'ossessiva ricerca della prosperità, che, di fatto, ha
arricchito i già ricchi senza aumentare i salari medi.
«La mia idea - spiega l'autore - è che il capitalismo egoista
aumenta il materialismo nelle nazioni sviluppate e poiché il
materialismo provoca stress, il selfish capitalism è la causa di un
massiccio incremento dei disturbi emotivi nei Paesi di lingua
inglese, quali infelicità, depressione, paura di essere messi ai
margini.»
Sentimenti "malati" che hanno come cura il consumo di merci sempre
più deperibili e tuttavia impregnati di significati simbolici che
vanno di gran lunga al di là del loro valore d'uso.
Un virus, quello di cui si parla nel libro, che spinge uomini e
donne a comperare, a lottare per il successo, la fama. In altre
parole, come sosteneva Eric Fromm, ad avere invece di essere.
Ma quali sono gli aspetti principali del capitalismo egoista?
La smaniosa voglia di possedere; la privatizzazione; la
liberalizzazione dei servizi finanziari e delle condizioni di
lavoro e la convinzione che il mercato possa soddisfare tutti i
bisogni dell'uomo.
Salvi dal malessere emotivo che connota i Paesi anglosassoni,
l'Italia ed il resto dell'Europa continentale.
Italia che rappresenta un caso atipico.
Pur avendo, al suo interno, una disuguaglianza sociale forte
presenta indici di stress assai bassi. Il motivo?
La sopravvivenza del collettivismo.
E' dimostrato, infatti che i sistemi economici caratterizzati da
una forte impronta di matrice religiosa oppure derivante da un
sistema sociale impostato sulla famiglia, su un maggior radicamento
geografico e una maggiore coesione sociale, hanno radici più
solide.
Nonostante la capacità del capitalismo egoista di rigenerarsi
Oliver James si dice fiducioso verso il futuro.
«Credo, sostiene lo psicologo, che ci saranno da qui a poco
grossissimi cambiamenti nell'asse dei valori e nella politica.
Spero che l'individualismo sfrenato venga soppiantato da un
capitalismo non-egoista.»