Gaze e Pieterse signori dello Short Track in Val di Sole

Pieterse supera allo sprint Ferrand-Prevot nell’anticipo del probabile duello di domenica. Domani le finali Downhill sulla mitica Black Snake

Sam Gaze - Photo credits: Michele Mondini.

Che gli atleti della grande mountain bike amino la Val di Sole si capisce dai loro sguardi mentre sfilano nel campo gara di Daolasa di Commezzadura, si rilassano al suono delle acque del torrente Noce o si immergono nell’accoglienza e nel calore del pubblico italiano.
Quando si inizia a fare sul serio, tuttavia, i sorrisi diventano maschere di concentrazione e carica agonistica: nel ciclismo le grandi classiche sono quelle gare in cui vincere vale qualcosa in più, e Val di Sole quello status può sfoggiarlo con orgoglio.
 
C’era un’aria diversa venerdì 14 giugno, prima giornata del weekend di WHOOP UCI Mountain Bike World Series, e lo si è visto in pista: già con le semifinali, la Black Snake ha dispensato emozioni che promettono grandi sfide nel round finale di sabato, e le gare di Short Track hanno offerto duelli ad altissima velocità, come forse mai in questa stagione sulla breve distanza del Cross Country.
Hanno vinto il neozelandese Sam Gaze, Campione del Mondo di Cross Country Short Track, e l’olandese Puck Pieterse, una che in Val di Sole aveva già saputo vincere nel Cross Country e anche nel Ciclocross sulla neve di Vermiglio: en-plein per il team Alpecin-Deceuninck, che si diverte e fa festa anche senza Van der Poel, che sogna e prepara l’Olimpiade su strada.
 
Entrambi hanno dovuto guadagnarsi la corona fin negli ultimi metri, in due gare in cui tutti i calibri pesanti hanno risposto presente, da Ferrand-Prevot, seconda e battuta di breve misura, all’immancabile Nino Schurter, quarto anche nel format che meno gradisce rispetto alla disciplina olimpica: domenica ci sarà da divertirsi, e il pubblico di Val di Sole sa come si fa.
Fra chi risponde presente c’è anche Luca Braidot, che con un’azione coraggiosa ha lanciato il primo vero squillo della sua stagione: a sei settimane da Parigi, sorride anche il CT Celestino.
 

Puck Pieterse - Photo credits: Michele Mondini.
 
 Luca Braidot ci prova, Sam Gaze ci riesce  
Se lo Short Track in Val di Sole ha cambiato volto, con un tracciato molto più veloce e filante, disegnato tutto nella parte bassa del campo gara di Daolasa, per il massimo divertimento dei tanti spettatori presenti già nel venerdì di Coppa, non è cambiata però l’antifona.
Anche con un dislivello altimetrico meno importante, fra accelerazioni, strappi e trenate, Val di Sole ha regalato anche quest’anno lo Short Track più duro di stagione, almeno fino a qui.
 
In campo maschile, la gara ha vissuto secondo uno spartito costante: acceleratore a tavoletta e selezione da dietro. La variazione sul tema, dopo quattro giri, l’ha offerta Luca Braidot (Santa Cruz), e forse non erano in molti ad attenderselo.
Il gemello friulano non ha vissuto il più felice degli avvii di stagione, ed era atteso ad un segnale con vista sui cinque cerchi di Parigi. Braidot ha allungato sfruttando le curve decise del tracciato trentino, rilanciando e sfruttando l’incertezza degli uomini alle sue spalle.
Per riprenderlo c’è voluto un affondo di Filippo Colombo con a ruota il compagno Nino Schurter, uno che in Val di Sole si sente come nel salotto di casa sua, con otto trofei da ammirare sulla bacheca dei giorni più belli. Nove giri di undici, ed è tutto da rifare.
 
Nel momento decisivo sono emersi dalla testa del plotone sei atleti, Gaze (Alpecin), Koretzky (Specialized), Schuermans (Giant), Fini (Lapierre), Colombo e Schurter (Scott SRAM).
Il sestetto si è giocato lo Short Track in volata, uno sprint che aveva un favorito chiaro: braccia alzate e arcobaleno sul petto, Sam Gaze ha avuto il tempo di assaporare l’urlo di Daolasa.
Piazza d’onore per il leader della classifica di specialità Victor Koretzky, davanti al belga Jens Schuermans e all’elvetico Nino Schurter.
Diciottesimo il primo degli italiani, Daniele Braidot (CS Carabinieri), appena davanti al gemello Luca che ha pagato nel rush finale lo sforzo profuso nella prima parte di gara.