Giulio Tremonti al Festival dell’Economia di Trento

Il destino dell’Europa? Maggior coesione tra gli stati e al centro la natalità

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Giulio Tremonti, presidente della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati, intervistato da Maurizio Molinari, direttore de La Repubblica, a tutto tondo, dalle finanze alla natalità, dal Pnrr al post-guerra.
«Il tempo che viviamo – ha esordito Tremonti – è di enorme complessità. Potremmo paragonare questo secolo con il 1500 che era travagliato e si è spaccato per due cause: la scoperta dell’America e l’invenzione della stampa che ha diffuso la conoscenza e la cultura.
«Da allora tanta strada è stata percorsa dalla nostra Europa e adesso, il detto di Cartesio, “cogito ergo sum”, può trasformarsi in “digito ergo sum” perché l’intelligenza artificiale è comparabile all’invenzione della stampa.»
 
Sulla guerra russo-ucraina, Tremonti ha detto che «la guerra ha rotto lo schema classico di Europa con particolare riferimento al network del gas.
«Per 30 anni l’economia europea si basava sull’importazione di energia dalla Russia a cui seguiva l’esportazione di prodotti nel resto del mondo.
«La guerra ha interrotto questo scambio e modificato la geografia politico-economica.»
 

 
Circa il nuovo scenario di Europa post Putin, Tremonti confessa che «la mia speranza è di un’Europa più coesa, più unita e con la Nato al suo fianco.
«La forza dell’Europa si sviluppa su due piani – prosegue – il primo è il “software”: non esiste un sistema di democrazia uniforme e bisogna rispettare le differenti culture e tradizioni degli stati europei che, uniti, rendono l’Europa più forte e coesa.
«Se vogliamo dare anche un futuro a questa vecchia Europa – ha aggiunto – dobbiamo mantenere alti i valori della famiglia e della natalità, altrimenti fra 20 anni non avremo più né culle, né pensioni.
«Il secondo, l’hardware: con l’allargamento dell’UE ai Balcani e all’Ucraina, è necessario creare un’architettura costituzionale europea che inglobi anche queste nuove culture.»
Il futuro dell’Europa, per Tremonti, si riassume nel costruire «una politica estera ed un esercito comune. Non credo all’opposizione: o Europa o le nazioni. Io credo alla combinazione e alla coesione tra le nazioni e l’Europa».
 
Circa il timore che il Pnrr si trasformi in un drammatico fallimento, Tremonti ha commentato così.
«Il Pnrr è finanziato dagli euro bond e su questo sono a favore. Il vero nodo critico sta nel fatto che oggettivamente il documento è complicato, il volume è alto 23 cm ed è su molti passaggi di difficile interpretazione.»
Sempre in tema di Pnrr, Molinari ha incalzato chiedendo «come mantenere il livello di crescita dopo la pandemia?
«L’incubo per i contributori e per le aziende è che il Pnrr possa frenare la crescita. Come scongiurare questo scenario?»
 

 
Su questo fronte, Tremonti senza indugio ha affermato che l’Italia complessivamente va abbastanza bene:
«Il centro-nord è al pari della parte asiatica dell’Europa, dal punto di vista del PIL, mentre il resto del Paese è in difficoltà.
«Il vecchio triangolo Milano-Torino-Genova è stato sostituito da Milano-Bologna-Venezia. Credo che l’economia italiana va avanti – ha aggiunto – anche a prescindere dal Pnrr.
«Il disastro atteso e annunciato non dipende dal Pnrr, ma dal mondo che verrà dopo la guerra. Quel che mi preoccupa non è la recessione – che in Italia obiettivamente non c’è – ma gli equilibri economico-finanziari che si svilupperanno al termine della guerra. Dall’inflazione è difficile uscirne.»
 
Infine, Tremonti è intervenuto sul versante della natalità come chiave per il mantenimento del welfare:
«La demografia è un problema europeo. Le curve demografiche non si modificano in tempi brevi.
«È doveroso trasmettere un messaggio sulla famiglia e sulla natalità che sono un investimento sul futuro. Questo è il grande problema e credo sia poco considerato nella sua reale dimensione.»
Tremonti ha concluso con le parole di Papa Francesco «per dare futuro all’UE, ricostruiamo i ponti tra le culture europee».