Adige, tutela del temolo: si fa il punto col mondo ittiologico

Mercoledì 24 aprile alla Fondazione Mach saranno presentati i risultati del progetto Abate. Pescatori, il temolo è salvabile: salvatelo

Contro il pericolo di estinzione del Temolo, specie ittica del fiume Adige che negli ultimi anni si è sensibilmente ridotta, si è attivata la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige che ha avviato uno specifico progetto di ricerca durato tre anni, i cui risultati saranno presentati mercoledì 24 aprile, a partire dalle ore 10.30, presso il Palazzo della ricerca e della conoscenza.
Il workshop  conclusivo del progetto ABATE «Stato di autoctonia e struttura di popolazione di Barbo e Temolo», finanziato dalla Provincia autonoma di Trento attraverso il bando Marie Curie Action, Cofund Postdoc 2009, è organizzato dal Centro ricerca e innovazione col patrocinio dell’Associazione italiana ittiologi acque dolci.
Si parlerà di genetica di conservazione, gestione dell’ittiofauna autoctona, ecologia e ripristino ambientale, acquacoltura finalizzata al ripopolamento, con i rappresentati delle diverse componenti interessate alla conservazione e gestione dell’ittiofauna: enti gestori, associazioni dei pescatori, ittiologi ed ecologi professionisti, acquacoltori, produttori idroelettrici.
Il progetto: campionamenti e analisi genetiche.
 
I campionamenti sono stati realizzati in collaborazione con gli Uffici preposti alla gestione della pesca delle Province di Bolzano, Trento, Verona, Alessandria, Bergamo, Cremona, Lodi, Lecco, con numerose Università italiane ed estere, con diverse Associazioni di Pescatori e con alcuni ittiologi professionisti.
Circa 2000 campioni, più o meno equidistribuiti tra Temolo e Barbo, sono stati raccolti nei primi due anni del progetto con tecniche non invasive, senza arrecare alcun danno agli animali.
Il terzo anno è stato dedicato al completamento delle analisi e alla diffusione dei risultati. Il progetto è stato incentrato sull'analisi genetica dei campioni raccolti.
Temolo salvabile, necessarie ora pratiche di tutela e ripristino.
 
Il Temolo, noto al mondo scientifico col nome di Thymallus thymallus, si è ridotto a causa dell’impatto antropico ed è inoltre minacciato dall’immissione di pesci di provenienza danubiana e atlantica.
Si tratta di un pesce, color grigio-argento, il cui nome deriva dall’aroma delle sue carni.
Non esiste un solo pescatore trentino che non abbia provato almeno una volta a insidiarlo nella sua area ottimale: dove il Noce si genna nell'Adige. 
Si invitano i pescatori ad assistere alla presentazioone del loro amico di sempre.
 
«Il progetto – spiegano i ricercatori Andreas Meraner e Andrea Gandolfi – ha permesso di valutare e descrivere lo stato di conservazione del Temolo Adriatico e del Barbo Padano in numerose popolazioni delle acque del Bacino dell'Adige, ricomprese nelle Province di Bolzano, Trento e Verona, e in alcune popolazioni del Bacino Adriatico Settentrionale, incluse nello studio per confronto insieme a popolazioni europee di riferimento. Nelle popolazioni di Temolo indagate è evidente una traccia dell'inquinamento genetico determinato dalle pratiche gestionali che, a seguito di contrazioni numeriche delle popolazioni stesse negli ultimi decenni, hanno consentito l'immissione di materiale alloctono, l'unico disponibile in commercio. Il conseguente stato genetico delle popolazioni, unitamente al declino demografico, suggeriscono la necessità di adottare specifiche pratiche di tutela e ripristino. Alla luce dei dati raccolti, la situazione non è tuttavia drasticamente compromessa - dato quasi inatteso o comunque insperato per molti – e il ripristino delle popolazioni naturali di Temolo Adriatico del Bacino dell'Adige è certamente possibile.»
La situazione del Barbo, seconda specie studiata nel progetto, è decisamente differente.
 
Le popolazioni di questo ciprinide autoctono sembrano ad oggi in buono stato di conservazione nelle acque dell'Adige, sia dal punto di vista demografico che genetico.
Ma anche nel caso del Barbo è opportuno predisporre adeguati piani di tutela.