«Non è per decreto che si genera occupazione»

Il «J’accuse!» di Enrico Zobele, Presidente di Confindustria Trento, sul decreto legge «dignità»

Il decreto legge «dignità» approvato ieri dal Consiglio dei Ministri è un segnale molto negativo per il mondo delle imprese.
Il Governo interviene sulle politiche del lavoro senza tenere conto di chi il lavoro lo dà. Ma non è per decreto che si genera occupazione: l’occupazione cresce se, quando e dove cresce l’impresa.
E l’impresa cresce meglio in un habitat favorevole. Non, al contrario, in un contesto che le è ostile.
Il tetto alle proroghe dei contratti a termine, ma soprattutto la reintroduzione delle motivazioni del ricorso al contratto a termine, sono misure che rischiano di ottenere effetti contrari alle intenzioni, soprattutto con riguardo alla riesplosione del contenzioso.
 
Oggi, i dati ISTAT raccontano un mercato del lavoro in crescita.
In Italia, l’incidenza dei contratti a termine sul totale degli occupati è in linea con la media europea. In Trentino, l’industria è il settore che offre maggiore stabilità occupazionale ai propri dipendenti: 9 contratti su 10, ben oltre la media provinciale, sono a tempo indeterminato.
Sono infatti i datori di lavoro stessi ad avere ogni buon interesse a consolidare un collaboratore capace: l’approdo al tempo indeterminato conviene anche all’impresa, che perdere altrimenti tempo e know-how.
In questo momento, peraltro, e penso in particolare al comparto in Trentino, le aziende vorrebbero trovare e fidelizzare nuove risorse: tuttavia ci segnalano ancora oggi estreme difficoltà nel reperimento dei profili maggiormente qualificati.
 
Quanto alla stretta sulle delocalizzazioni: una norma astrattamente positiva rischia nei fatti di costituire un disincentivo per gli investitori a scegliere l’Italia per il loro business. Infine, stiamo attenti a non ostacolare chi virtuosamente si internazionalizza aprendosi a nuovi mercati.
Rimane l’auspicio che l’impresa torni al centro dell’agenda governativa e si mettano presto in campo azioni concrete soprattutto in riferimento alla semplificazione e alla riduzione del costo del lavoro.