Un polo scolastico di riferimento – Di Paolo Farinati

Non sono leghista, ma sulle scelte di edilizia scolastica a Rovereto do ragione al Presidente della PAT Maurizio Fugatti

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Premetto che dai 18 anni ai miei attuali 62 non ho mai votato Lega, anche se ai tempi del liceo il tema dell’Italia federalista, sostenuto da Carlo Cattaneo, mi aveva molto interessato, come pure le teorie del prof. Gianfranco Miglio. Aggiungo, peraltro, che quella Lega oggi non esiste più.
Ma veniamo al tema di questa mia riflessione.
La Giunta provinciale del Presidente Maurizio Fugatti ha in questi giorni deliberato investimenti a Rovereto nel comparto scolastico per ben oltre i 40 milioni di euro.
Erano parecchi anni che la Provincia non metteva sul piatto roveretano e lagarino una tale cifra. Certamente dai tempi della Giunta municipale del Sindaco prof. Guglielmo Valduga, di cui mi onoro di aver fatto parte.
 
In quei cinque anni, dal 2005 al 2010, solo in edifici scolastici, facemmo due asili nido, due scuole elementari e due scuole medie. Non poco, credo.
I due nuovi progetti di edifici scolastici deliberati dalla PAT riguardano l’Istituto Tecnico Tecnologico «Guglielmo Marconi» e l’«Istituto Fortunato Depero».
Sono anni che se parla, ora una decisione è stata finalmente responsabilmente presa.
Il «Marconi» rimarrà negli attuali spazi di Sant’Ilario, con un progressivo ampliamento e ammodernamento, che ne farà un vero campus capace di ospitare e istruire anche ben oltre gli attuali circa mille studenti.
Un polo scolastico superiore di riferimento per i giovani di tutta la nostra Provincia e non solo.
 
È prevalsa la visione concreta e fattibile del Preside prof. Giuseppe Rizza e dei suoi molti capaci insegnanti.
Diversa soluzione, ritengo, sarà riservata all’Alta Formazione, che il «Marconi» offre agli studenti nei due anni post diploma: questa potrà trovare idonei spazi nell’area di via Zeni destinata alla meccatronica, favorendo concretamente il virtuoso incontro tra scuola e impresa.
Per quanto riguarda la nuova sede dell’Istituto d’Arte «Depero», oggi assai sacrificato in via delle Fosse, la scelta è stata quella di costruirla sull’area ex macello comunale, nel rione di San Giorgio, accanto all’Istituto Professionale Don Milani.
La considero una scelta lungimirante e di buon senso.
 
Si verrà a creare anche qui un polo scolastico professionale di valore quantomeno provinciale.
Lo stesso prof. Silvio Cattani, già stimato Preside in passato dell’Istituto «Depero», plaude a questa decisione, seppur arrivata in ritardo di oltre dieci anni, conoscendo lui molto bene le esigenze dell’istituto stesso, dei suoi insegnanti e dei molti studenti che lo frequentano.
In questo caso si è detto no alla soluzione sull’area ex Gil, angolo tra via Manzoni e via Savioli. Quell’area verrà utile per l’auspicata espansione anche del Liceo delle Scienze Umane «Fabio Filzi».
L’Amministrazione comunale del Sindaco Francesco Valduga, in definitiva, si è vista negare le proprie ipotesi.
Ma ciò è colpa, a mio modesto parere, della mancanza di una chiara visione sull’importante capitolo dell’edilizia scolastica cittadina, la cui valenza e interesse sono certamente provinciali, se non oltre.
 
Il Sindaco di Rovereto dal 2015 ha avuto ormai oltre sei anni per decidere su questa decisiva voce politico - amministrativa.
Anche qui, come peraltro in altri settori, leggasi RSA e mobilità interna ed esterna alla città, è prevalsa l’indecisione e un’inutile e deleteria attesa di non si sa che cosa (!).
Finalmente e giustamente la PAT ha preso le sue decisioni.
Da cittadino di Rovereto ringrazio il Presidente Fugatti e i suoi Assessori per aver sbloccato uno status quo che per troppi anni ha danneggiato la città e la Vallagarina.
L’auspicio, ora, è che alle delibere provinciali seguano i progetti esecutivi e i lavori di costruzione dei due edifici scolastici in questione.
 
I denari ci sono, sarebbe un delitto non portare a compimento in tempi ragionevoli questi investimenti strategici per tutti noi.
A questo punto è una chiara questione di responsabilità politica e, aggiungo, pure morale.

Paolo Farinati