Due «anarchici» condannati per il blitz di sabato a Trento

Avevano assalito il gazebo di Forza Nuova che raccoglieva firme contro lo Jus Soli – Il comunicato del Sindacato di Base Multicategoriale

Sono stati processati con rito direttissimo gli «antagonisti» che sabato avevano assalito il gazebo di Forza Nuova in Centro Storico a Trento.
Il 27enne Matteo Nascimben è stato condannato a quattro mesi e 14 giorni di reclusione, con divieto di dimora a Trento, mentre il 27enne Stefano Diani è stato condannato a 4 mesi e 10 giorni con obbligo di firma.
Il 21enne Federico Maddalena e il 26enne Stefano Segalla (Centro Sociale Bruno) sono stati scarcerati perché saranno processati a febbraio.
Come si ricorderà, i quattro «anarchici» avevano assalito il gazebo di Forza Nuova che stava raccogliendo firme contro la legge dello Jus Soli. Hanno lanciato uova, sassi e vernice, poi è intervenuta la polizia che ha fermato i soli i quattro di cui sopra.
Ieri il Tribunale di Trento era sotto sorveglianza speciale da parte delle Forze dell’ordine perché i sedicenti anarchici avevano minacciato proteste con lo slogan «Non si processi l’antifascismo», come se l’azione di intolleranza non avesse richiamato azioni proprie degli squadristi di un tempo.
Ma in realtà non è accaduto nulla di particolare.
 
Di seguito il comunicato che il Sindacato di Base Multicategoriale ha inviato alle redazioni.

Le azioni di sabato 21 ottobre 2017 a Trento contro il presidio di Forza Nuova, sfociate negli arresti di cinque antifascisti, meritano alcune considerazioni, seppur sintetiche per la brevità consentita da un comunicato stampa.
In questi giorni, le istituzioni politiche (il governatore Rossi ed il sindaco Andreatta), le autorità di polizia (il questore d’Ambrosio), le associazioni antifasciste della sinistra istituzionale (il presidente dell’A.N.P.I. Cossali) hanno fatto un gran parlare di democrazia e di libertà d’espressione delle proprie idee da parte di chiunque.
Queste tesi non possono essere condivise. Chi professa l’odio razziale, nazionalista, religioso, sessista non ha diritto di parola, così come chi avversa le libertà sindacali e politiche. Se così non fosse, allora hanno diritto di manifestare i nazisti nelle sinagoghe o nei quartieri ebraici; i militanti dell’ISIS nelle chiese e nelle comunità cristiane; gli stupratori verso le loro vittime; i pedofili negli asili nido e dell’infanzia; gli assassini sulle tombe degli assassinati!
 
Il fascismo in Italia ha tolto ogni diritto sindacale e politico, di libertà del pensiero, di sciopero; ha emanato leggi razziali; ha scatenato guerre imperialiste. I fascisti di oggi - il riferimento è a Forza Nuova, CasaPound, Fiamma Tricolore ed affini - in continuità con i loro padri spirituali, continuano a professare le stesse idee di odio, di oppressione, di repressione. Questi loschi figuri, finché avranno idee di supremazia, devono essere contrastati da ogni individuo o collettività che crede nei valori della Costituzione Repubblicana che è antifascista.
Quindi le azioni antifasciste, seppur non esenti da critiche in ordine ad alcune modalità esecutive adottate lo scorso sabato a Trento, non possono che essere approvate, perché questo hanno voluto trasmettere: nessuno spazio a chi professa l’odio, l’omofobia, la violenza come fine politico, perché questo era ed è il fascismo. E la storia recente dice che il fascismo è stato abbattuto sia con la forza delle idee che con quella delle armi.
 
Una brevissima considerazione pure sugli arresti effettuati sabato. Anche qui, chi gestisce l’ordine pubblico dovrebbe spiegare perché accoltellatori fascisti, picchiatori “neri” di minorenni non hanno trascorso nemmeno un minuto dietro le sbarre, mentre gli antifascisti sono stati arrestati! Questioni di sofismi dei codici penale e di procedura? Può darsi, ma non c’è alcun paragone fra l’ideologica violenza fascista di chi accoltella avversari politici o di chi pesta ragazzini davanti ai licei e chi usa la violenza come mezzo per impedire che sia seminato altro odio fascista!
Infine una chiosa finale anche sulle modalità di arresto viste sabato e riprodotte in filmati e resoconti giornalistici. Alle operazioni di polizia avrebbero partecipato anche i militanti di Forza Nuova, uno in particolare che apparterrebbe ad un corpo di vigilanza privata. Si spera trattasi d’una svista delle forze istituzionali di polizia, o si deve cominciare a pensare che lo Stato stia privatizzando anche i servizi dell’ordine pubblico? E poi a chi? A Forza Nuova?
 
Fulvio Flammini
Sindacato di Base Multicategoriale