Si è chiusa mercoledì 15 maggio la decima edizione

Riva del Garda, Rebuild: un cambiamento epocale è alle porte e richiede visione, condivisione e audacia

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Davanti a una sfida di dimensioni così grandi, servono cambiamenti altrettanto profondi.
Obiettivo, dar vita a un nuovo modello industriale per il settore delle costruzioni. Si è chiusa mercoledì 15 maggio, a Riva del Garda, la decima edizione dell’evento dedicato all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito.
Oltre 60 relatori, 16 conferenze, 8 workshop, 32 partner, 3 start up, 15 patrocini nazionali e 8 territoriali, 15 media partner, 5 partner scientifici, 21 aziende in esposizione, il contributo della Provincia autonoma di Trento e oltre 600 partecipanti: sono questi i numeri di REbuild 2024.
 
REbuild 2024 ha registrato un’ampia convergenza attorno al messaggio Values drive value, proposto per la decima edizione dell’evento organizzato da Riva del Garda Fierecongressi.
Due giorni in cui non sono mancate indicazioni molto concrete volte ad aiutare le famiglie e le imprese a valorizzare e proteggere il patrimonio su cui hanno investito.
Perché l’innovazione è tale solo se è all’interno di un quadro di valori condivisi e in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economica.
E, ancor più, sociale: il fattore ‘S’ della sigla ESG è stato infatti il protagonista in moltissimi interventi. I processi innovativi illustrati a REbuild devono entrare a pieno titolo nelle strategie industriali del Paese, e la politica deve giocoforza ragionare su una dimensione sistemica del cambiamento, incentivando e premiando l’innovazione sostenibile della filiera.  
 

 
Ad ogni livello di governo amministrativo, leggendo le dinamiche territoriali, la transizione deve continuare a essere percepita come un'opportunità di crescita e benessere condiviso.
È una operazione industriale complessa, ambiziosa ma realizzabile, e gli esempi non sono mancati. L’industrializzazione dell’edilizia è il punto di svolta, il «game changer» del futuro del comparto, attorno al quale si devono organizzare e allineare la finanza, la ricerca sui materiali, la formazione scolastica e professionale, i regolamenti sugli appalti, le partnership pubblico-privato, l’innervazione della digitalizzazione nel settore, l’ibridazione dei saperi e la condivisione delle conoscenze.
«Digitalizzazione e ibridazione aiutano a organizzare le nostre sfide, le nostre abitudini e il perimetro delle nostre ambizioni. – ha commentato Alessandra Albarelli, Direttrice Generale di Riva del Garda Fierecongressi – REbuild è un game changer: dà la possibilità di reinterpretare il campo di gioco, innovare le regole e guardare avanti, con determinazione e fiducia, al futuro del comparto.»
Per farne una «rivoluzione di sistema», a REbuild sono stati esposti modelli replicabili, soluzioni concrete, tecnologie innovative, e sono emerse roadmap a cui ispirarsi, in cui la collaborazione e la contaminazione tra attori e competenze giocano un ruolo decisivo.
 
«Durante la due giorni il Centro Congressi è diventato un laboratorio di futuro – ha affermato Roberto Pellegrini, Presidente di Riva del Garda Fierecongressi – con la partecipazione di tutti gli attori del Real Estate, creando opportunità di conoscenza, condivisione, networking e aggiornamento.»
Un osservatorio privilegiato che, con la decima edizione, ha proposto una riflessione inedita sull’importanza del ‘fare sistema’ anche e soprattutto di fronte a grandi obiettivi da realizzare in tempi rapidi.
«L’Italia, terza potenza manifatturiera europea, vanta una storia ricca di sperimentazione, innovazione e avanguardia nell’ambito edilizio, ma è un Paese che ora appare in uno stato di incertezza davanti alla necessità di un cambiamento del settore edilizio, – ha affermato Ezio Micelli, Presidente del Comitato Scientifico di REbuild, professore alla Università Iuav di Venezia. – Occorre ritrovare l’audacia di una progettualità che unisca il ritorno economico degli investimenti ai valori fondanti della nostra contemporaneità come la decarbonizzazione, la sostenibilità e la circolarità.»