Dorfmann: «Giù le mani dalla Politica Agricola Comune»

L'eurodeputato altoatesino scrive al vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans «entrato a gamba tesa nel dibattito»

Nei giorni scorsi, il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, è entrato a gamba tesa nel dibattito sull’adozione della nuova politica agricola comune (PAC).
Egli è intervenuto sia sulla stampa europea sia sui social, minacciando di ritirare la proposta della Commissione relativa alla PAC.
Questo avviene quando i negoziati tra Parlamento e Consiglio sono entrati nella fase finale, con i triloghi.
La paura del vicepresidente della Commissione è che il loro risultato non sia all'altezza delle sue aspettative, soprattutto, per quanto riguarda gli obiettivi del Green Deal europeo.
«Timmermans viola le regole basilari della democrazia europea - sostiene l’europarlamentare Herbert Dorfmann, coordinatore del Partito Popolare Europeo in commissione agricoltura - È inaccettabile che egli minacci di ritirare la proposta sulla PAC solo perché gli organi legislativi dell’Unione europea, Parlamento e Consiglio, non si sono espressi come lui desiderava.»
 
Entrando nei contenuti, Dorfmann fa notare che il testo votato dal Parlamento europeo è molto equilibrato dal punto di vista della sostenibilità, con un terzo dei fondi della PAC che saranno destinati alle politiche ambientali.
Per questo, oggi i responsabili del Partito Popolare Europeo in commissione agricoltura sono passati al contrattacco.
In una lettera inviata alla presidente della Commissione, firmata oltre che da Herbert Dorfmann anche da Norbert Lins, presidente della commissione agricoltura, Juan Ignacio Zoido, vice coordinatore Ppe nella medesima commissione e Anne Sander e Peter Jahr, relatori Ppe per la PAC, si chiede che «venga rispettato il normale processo decisionale e che nessun membro del collegio dei commissari intervenga minacciando la cooperazione istituzionale. In questo momento, la Commissione ha il compito di facilitare i negoziati tra Parlamento e Consiglio, non di spingere per far passare le proprie priorità politiche».
La mossa di Timmermans contraddice tra l’altro la posizione del suo diretto superiore, Ursula von der Leyen. Questa si è più volte impegnata a proteggere la proposta legislativa che è ormai in dirittura d’arrivo.
 
Negli ultimi tempi, l’ha difesa da un attacco dei verdi, simile a quello del vicepresidente. Non è tutto. Timmermans non solo non rispetta la posizione dei co-legislatori o della presidente della Commissione, ma, con il suo comportamento, lede alla ripartizione delle competenze all’interno del collegio dei Commissari: spetterebbe infatti a Janusz Wojciechowski, Commissario europeo all’Agricoltura, intervenire su questi temi.
«Frans Timmermans era il capolista dei socialisti alle ultime elezioni europee e le ha perse. Hanno vinto i popolari, il gruppo politico mio e di von der Leyen. Ciononostante, il primo vicepresidente cerca sempre di attribuirsi nuove competenze. - lamenta Dorfmann - Questa volta però si è spinto troppo in là. Non spetta a lui definire i dettagli della nuova politica comune. Spetta agli organi co-legislatori. Questo Timmermans dovrebbe saperlo bene. Proprio lui ricorda spesso e giustamente l’importanza dei processi democratici in Europa. Ora tocca a lui rispettare queste regole, anche se l’esito non è quello che avrebbe desiderato.»