Autonomia differenziata, visioni a confronto
Il Festival dell’Economia di Trento è stato il palcoscenico ideale per parlarne
Mentre il disegno di legge sull’autonomia differenziata è in discussione alla Camera, al Festival dell’Economia Emilia Patta, giornalista de Il Sole 24 Ore, ha dialogato con il presidente della Provincia autonoma di Trento e col presidente della Regione Toscana.
Due prospettive molte diverse – una Provincia autonoma e una Regione ordinaria – per un tema che non tocca direttamente il Trentino, ma rispetto al quale la Provincia ha comunque impostato con lo Stato un percorso parallelo.
Dal dialogo al Palazzo della Provincia è emersa una convergenza sull’importanza dell’autogoverno dei territori, ma diverse sono state le valutazioni circa l’impianto attualmente all’esame del Parlamento.
Proprio il Trentino, ha esordito la giornalista Emilia Patta, viene visto come un modello di autonomia, ma la critica che viene spesso rivolta è «siete bravi ma perché avete i soldi».
Il presidente della Provincia ha affermato che il Trentino è un’autonomia virtuosa, ma non per l’entità delle risorse.
«Autonomia, ha sottolineato, vuol dire responsabilità innanzitutto verso i cittadini, che hanno alte aspettative ed esigono risposte ai loro bisogni dall’amministrazione provinciale.
«Ma significa responsabilità anche rispetto alle competenze che vengono gestite con le tasse pagate dagli stessi trentini.
«Non solo: il Trentino versa ogni anno cospicue risorse allo Stato per il sostegno dei conti pubblici.»
Riguardo all’autonomia differenziata, il presidente della Provincia Autonoma di Trento ha affermato che chi incarna l’Autonomia non può che guardare con favore ai territori che vogliono aumentare il loro livello di autogoverno.
Diversa, invece, la visione dell’impianto di autonomia differenziata all’esame della Camera da parte del presidente della Regione Toscana, che ha affermato di non credere a un modello basato sostanzialmente sulla gestione delle proprie risorse.
Secondo il governatore bisognerebbe dare vita a un’autonomia non differenziata bensì asimmetrica.
Secondo il presidente della Regione Toscana, anziché con una legge quadro, l’autonomia differenziata andrebbe impostata attraverso singole leggi che coinvolgano gli enti locali riconosciuti dallo Stato per definire le specifiche materie di competenza dei territori.
Solo così si arriverebbe a un’autonomia equa e solidale in grado di esplicitarsi nelle singole competenze e nelle peculiari specificità.
Fra gli argomenti trattati, accanto all’autonomia differenziata, anche il tema della continuità amministrativa, con particolare riguardo alle difficoltà nel portare a termine i percorsi di realizzazione di opere, interventi e infrastrutture di particolare interesse pubblico.