Caso Regeni, il Cairo insiste: «È stato un incidente stradale»
Il Segretario Generale della Farnesina, Michele Valensise, ha convocato l’Ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto
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Su indicazione del Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni, il Segretario Generale della Farnesina Michele Valensise ha convocato stamane con urgenza l’Ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto Amr Mostafa Kamal Helmy per esprimere lo sconcerto del Governo italiano per la tragica morte del giovane Giulio Regeni al Cairo.
Valensise ha sottolineato che l’Italia si attende dalle autorità egiziane la massima collaborazione a tutti i livelli, alla luce della eccezionale gravità di quanto accaduto al nostro connazionale e dei tradizionali rapporti di amicizia e vicinanza tra i due Paesi.
«L’Italia - ha aggiunto il Segretario Generale – nel chiedere che sia fatta piena chiarezza sul caso, rinnova la richiesta alle autorità egiziane di avviare immediatamente un’indagine congiunta con la partecipazione di esperti italiani.
«Chiediamo – ha concluso Valensise – che il corpo del giovane Regeni sia al più presto rimpatriato in Italia.»
Helmy ha espresso a nome del suo Paese profondo cordoglio per la morte di Regeni e ha assicurato che L'Egitto fornirà la massima collaborazione per individuare i responsabili di questo atto criminale.
Queste le notizie ufficiali. Adesso le nostre considerazioni.
Ipotizzare che un ragazzo trovato morto, nudo dalla vita in giù e con evidenti segni di torture, sia stato vittima di un incidente stradale in un posto per lui assai improbabile, offende la cultura occidentale.
Che nei paesi arabi la verità sia ufficialmente bandita lo sappiamo da tempo. L’atto più clamoroso è stato l’attentato all’aereo russo, per il quale le autorità respingono ancora l’evidenza dell’attentato terroristico.
Adesso questo terribile omicidio, che le autorità cercano di far passare per incidente (stradale o meno che sia).
Speriamo che non si sia trattato di un errore della polizia, per coprire il quale le autorità sono disposte a giurare qualsiasi cosa. La nostra è un’ipotesi che scartiamo, sia ben chiaro, ma finché ci si trova lontanissimi dalla verità pensar male fa sempre bene.
Che l’Egitto abbia paura di perdere turisti, vista l’instabilità del paese, è comprensibile. Ma se pensa davvero di attirare i turisti occidentali con la menzogna è decisamente levantino.