Storie di donne, letteratura di genere/ 561 – Di Luciana Grillo
Olimpia De Girolamo, «Volontà» – Strano, intenso e struggente romanzo, carico di significati profondi che possono aiutare a uscire dal labirinto e ritrovare se stessi
Titolo: Volontà
Autrice: Olimpia De Girolamo
Editore: GCE, 2024
Genere: Letteratura femminile contemporanea
Pagine: 152, Rilegato
Prezzo di copertina: € 15
“Volontà” è il titolo di un romanzo molto intenso, ma non è semplicemente un sostantivo, è il cognome di una famiglia, formata da Elena, moglie e madre, da Arturo, marito e padre, da Giacomo, il figlio che muore tragicamente.
La tragedia che colpisce improvvisamente questi genitori diventa per Elena occasione di riflessioni, di ricordi, di rimpianti.
Vedere il corpo di suo figlio senza vita la sconvolge, ripensa ai mesi della gravidanza, alla nascita di questo bimbo, all’atmosfera indifferente, «senza entusiasmo e senza gioia» dei mesi di attesa, ricorda la sua solitudine, il «silenzio vitreo calato nella stanza» quando aveva informato i parenti di Arturo, «scioccati. Non ci speravano più. Quella era una famiglia in cui i bambini non erano messi in preventivo».
Ora, mentre il mondo continuava a girare, Elena e Arturo – divorziati da anni – riconosciuto il corpo senza vita del figlio, riprendevano le loro vite, lei in quel condominio dove era arrivata giovane sposa, osservata da mille occhi curiosi.
La procuratrice Improta deve indagare su questa morte inspiegabile, vuole conoscere i particolari delle loro vite, i rapporti tra genitori e figlio, quel figlio che aveva scelto di vivere con suo padre.
E dunque, alternativamente, li invita nel suo studio, ne ascolta le deposizioni e comprende «che gli incontri si sarebbero spinti dentro di lei, a bracciate ampie, per non lasciarla cedere e affogare mentre avanzava in alto mare e con le onde sempre più alte e impreviste».
Elena si racconta senza filtri, suo figlio per lei «era come un faro nella notte… lui… la persona più incredibile che mi sia capitata nella vita, e il fatto di essere passato attraverso il mio corpo per manifestarsi mi è sempre parso un evento straordinario… Una brava mamma ha poco tempo per sé, si spende tutta per la famiglia. Una brava mamma non piange mai e se lo fa lo tiene nascosto, per proteggere ogni componente della famiglia… Sorride sempre, non si arrabbia mai… La brava mamma si sacrifica…, si annienta nell’occuparsi a turno del figlio, del marito, della casa, dei loro sogni e delle loro aspirazioni…».
Quanti stereotipi, quante immagini da cartolina, quante famiglie «del mulino bianco» opprimono la mente di Elena!
La separazione, la sua fragilità l’hanno fatta precipitare in un mondo diverso, Giacomo ha scritto che «era di nuovo fracassata nei suoi ricordi che la stordivano. Me ne accorgevo dagli occhi perché non mi vedeva più».
Anche Arturo parla con la procuratrice, racconta di Elena, del suo malessere dopo il parto e dopo che lui l’ha lasciata, spiega che sentiva il bisogno di svagarsi, «per uscire da tutta quella tristezza… E non riuscivo nemmeno ad amare Giacomo, a volergli bene, perché mi sembrava un intruso…»
Cosa resta alla procuratrice se non mettere ordine fra tante carte? La storia di questa famiglia dal cognome altisonante l’ha coinvolta emotivamente.
Volontà… Volontà «di cercare le parole giuste per ricostruire le loro vite, volontà di porre fine al dolore…» e di veder trionfare l’amore «perché a ciascuno era stata data la possibilità di espiare e di crescere e cambiare».
Strano e struggente romanzo, pagine intense e cariche di significati profondi in cui chi legge può sempre trovare una strada per uscire dal labirinto e ritrovare se stesso.
Luciana Grillo - [email protected]
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