Al Festival il ministro dell'Economia e delle Finanze Padoan

Pier Carlo Padoan: «In Europa ci vuole più ambizione e condivisione dei rischi»

La foto di copertina è di Daniela Larentis.
 
Dal processo di integrazione europea al tema delle pensioni, dalle prospettive di crescita alla possibile uscita della Grecia dall'Euro, per arrivare alla questione prioritaria dell'Europa, quella della disoccupazione.
Sono molti i temi toccati da Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia e delle Finanze, protagonista oggi al Festival. Intervistato da Ferdinando Giuliano del Financial Times, il ministro si è confrontato sul palco del Teatro Sociale con Daniel Gros, direttore del Centre for European Policy Studies di Bruxelles.
«I dati economici del primo trimestre – ha detto Padoan – ci dicono che andiamo nella giusta direzione, anche se io resto prudente.
«Mi aspetto più avanti una composizione della crescita e della domanda ancora più favorevoli: gli investimenti cominceranno a crescere e già lo stanno facendo.
«Si inverte così drasticamente il clima, la fiducia torna a prevalere e questo significa prospettive positive per il lavoro, anche i consumi stanno ripartendo.»
 

 
L'Europa ha bisogno di maggiore integrazione, di abbattere le barriere, che esistono ancora, ma soprattutto di condividere i rischi.
Pier Carlo Padoan ha insistito molto su questo concetto nel corso della sua conferenza.
«La politica monetaria della Banca centrale - ha detto in apertura - è stata molto utile per immettere liquidità nel sistema, ma si tratta di una finestra, che prima o poi si chiuderà.
«I governi dovranno responsabilmente approfittare di questa opportunità per varare quelle riforme strutturali di cui il governatore Draghi parla continuamente.
«In Italia lo stiamo facendo, adesso c'è in discussione in Parlamento un provvedimento sulla concorrenza che introduce ulteriori liberalizzazioni, ci sono in arrivo la riforma della giustizia civile e della scuola, elementi che consentono di creare l'ambiente giusto per gli investimenti delle imprese.»
 

 
Interpellato sulla questione pensioni il ministro ha chiarito che non c'è da parte del governo nessuna intenzione di tornare indietro sulla riforma Fornero.
«Stiamo tuttavia valutando – ha spiegato – la possibilità di considerare forme di flessibilità in uscita, per lasciare con un minimo anticipo il mondo del lavoro in cambio di una prestazione pensionistica adeguata, scelta che potrebbe anche facilitare l'ingresso per le giovani generazioni.»
Padoan è stato poi sollecitato sulla cosiddetta Grexit, ovvero l'uscita della Grecia dall'Euro. Secondo Daniel Gros nemmeno ad Atene sanno esattamente cosa succederà.
«La Grexit è sicuramente possibile, ma non auspicabile – ha detto il ministro, – nessuno può dire oggi come si potrebbe gestire un'uscita di Atene, ma certo l'euro si mostrerebbe un animale diverso da come l'avevamo pensato, cioè reversibile, da cui si può uscire.»
Il ministro ha comunque ribadito di essere convinto che si arriverà a un accordo.
«Si tratta di fare un ultimo passo politico non verso il vuoto o verso il buio, pensando invece di passare per una via stretta e dolorosa, ma per la crescita e la ripresa del Paese.»
 

 
Si è parlato anche di immigrazione, ricordando quanto il problema investa l'intera Unione europea.
«Si tratta di capire fino a dove l'approccio può essere nazionale e dove europeo e dove si riconoscono confini europei e questioni europee, tra cui anche quella umanitaria, – ha detto il ministro. – Quello dei rifugiati è un problema complesso per la varietà delle ragioni per cui si muovono e per la varietà di ragioni di coloro che intendono accogliere o meno gli immigrati.»
Si è arrivati, infine, al tema della disoccupazione, il problema fondamentale per l'euro zona secondo il ministro, che ha ricordato come al riguardo l'Italia abbia inviato a Bruxelles una proposta di sostegno comune alla disoccupazione che si basa su una maggiore condivisione dei rischi (Risk sharing).
«So che per molti paesi è inattuabile - ha detto Padoan - ma è indispensabile per una ragione molto evidente, e che forse le elezioni di ieri ci ricordano, e cioè che la Ue deve essere vista come la soluzione e non come il problema.»
Al riguardo il ministro ha auspicato maggiore ambizione da parte dei Paesi europei.
«Serve più integrazione – ha detto, – abbattimento delle barriere e meccanismi comuni di crescita. C'è un enorme potenziale che deve essere sfruttato.
«Proprio adesso che stiamo uscendo da questa grande recessione, dobbiamo avere la consapevolezza che occorra aggiustare l'architettura europea.»
«La questione della disoccupazione non si risolve completamente e immediatamente, ma sono convinto che si vada nella direzione giusta rapidamente, più rapidamente di quanto si possa pensare – ha risposto il ministro a una domanda dal pubblico a conclusione del suo intervento al Teatro sociale. – La disoccupazione, compresa quella giovanile, è al centro delle preoccupazioni del governo, che la sta affrontando con una serie di riforme.»