Migranti: nessuno può tirare la prima pietra all’Italia

Francia e Germania attaccano l’Italia accusandola di disumanità per aver respinto le navi che volevano sbarcare immigrati: il bue che dà del cornuto all’asino

È incredibile quanto possa nuocere l’invidia anche a livello internazionale, nei rapporti tra stato e stato della stessa Unione Europea.
La questione migranti ha fatto scattare antichi (e recenti) rancori dei governi di Francia e Germania, guarda caso gli stessi che avevano ammonito l’Italia di non eleggere la Meloni, in quanto premier di destra.
Oltre alla palese ingerenza di Stati europei negli affari interni, i governi di Francia e Germania si erano posti in agguato in attesa di un appiglio per attaccare l’Italia. E la questione migranti deve essere sembrata lì per lì un’ottima occasione.
La Francia ha accusato l’Italia di razzismo e di disumanità, annunciandosi così buoni da accogliere la nave respinta a Catania.
Il portavoce del governo francese ha detto addirittura che «L’Italia di Meloni è la grande perdente».
L’ambasciatore tedesco in Italia ha informato il governo italiano che la Germania sostiene le ONG.
 
Francamente la vicenda è poco comprensibile per gli italiani. E probabilmente lo è anche per gli europei. La questione poteva essere tranquillamente affrontata per le normalissime vie diplomatiche o, meglio ancora, ragionando a livello europeo.
Conti alla mano, l’Italia ha accolto dall’inizio dell’anno 90.000 migranti, che sono rimasti qui. L’Europa avrebbe dovuto accoglierne 3.500 (cioè pochissimi) , ma finora ne ha assorbiti solo 117, dei quali solo 38 sono stati accolti dalla Francia.
Adesso la Francia ha fatto la grande mossa di accogliere i 230 profughi a bordo della nave che ha deciso di far attraccare a Tolone (porto militare). Naturalmente non li ha messi in libertà: li identificherà e valuterà se hanno diritto allo status di Rifugiati politici. Quelli che non saranno riconosciuti come tali verranno rispediti a casa loro. Ottimo gesto di umanità.
 
Francia e Germania non accetteranno più i 3.500 migranti che si erano impegnati di ricevere, quindi non cambierà nulla rispetto adesso.
Nel contempo però la Francia ha inviato altri 500 gendarmi al confine con l’Italia per respingere - con grande umanità - eventuali migranti. Ovviamente i poliziotti hanno rallentato tutti i passaggi di frontiera e molestato pesantemente anche i giornalisti. Quest’ultimo è un atteggiamento incivile da terzo mondo.
Ma ciò che è meno comprensibile è la durezza delle parole così assurdamente dure usate contro di noi.
La Meloni ha risposto con toni pacati, evitando lo scontro diretto. Una prova di maturità, da leader responsabile e consapevole che un fatto così marginale non debba incrinare un’amicizia che fino a qualche giorno fa sembrava incrollabile.
Magari al G20 la Meloni incontrerà vis-à-vis Macron per chiarire la questione. Per la cronaca, Macron non ha mai preso posizione ufficiale.
 
Ma cosa può esserci all’origine di tanto livore del tutto infondato? La nostra idea è che i due governi francese e tedesco – entrambi sorretti da una coalizione fragile quanto eterogenea – abbiano voluto dare sfogo alla propria invidia.
Il Prosecco ha superato le vendite dello Champagne, i turisti preferiscono di gran lunga venire in Italia, l'industria manifatturiera sta facendo concorrenza a quella tedesca, in un momento di crisi economica come questo l’Italia ha aumentato il PIL in netta controtendenza col resto dell’Europa.
Insomma, è dai tempi di Napoleone III (il grande Napoleone era al di sopra di queste cose) che la Francia ha paura dell’Italia unita. E da allora è sempre stata guardinga con noi.
Adesso veniamo accusati di aver respinto qualche migrante, quando loro li hanno sempre respinti in massa.
Fanno proprio la figura del bue che dà del cornuto all’asino.

GdM