Autonomie di Trento e Bolzano, una storia da rileggere oggi / 28

La crisi dei partiti tradizionali e la formazione di un nuovo quadro politico – Di Mauro Marcantoni

Quasi a ridosso della chiusura della vertenza ONU, in particolare a seguito delle inchieste giudiziarie di «Tangentopoli», il sistema tradizionale dei partiti andò in crisi facendo nascere partiti nuovi (come ad esempio Forza Italia) o provocando profonde trasformazioni in quelli che la crisi riuscirono a superarla (ad esempio il Partito Comunista Italiano che si trasformò nel Partito Democratico della Sinistra).
In Trentino il fenomeno assunse connotati del tutto particolari in quanto la profonda radice autonomista della Democrazia Cristiana sopravvisse – pur cambiando pelle – dando vita ad un assetto politico nuovo, a marcata vocazione territoriale.
 
Alle elezioni regionali del 1993 in Trentino ebbe un ottimo risultato il Partito Autonomista Trentino Tirolese, che passò dal 9,85 al 20,14%.
Questo successo creò le condizioni per l’elezione, la prima della storia del Trentino del dopoguerra, di un esponente del PATT.
Fu un passaggio importante che, pur nell’instabilità della legislatura (nel corso della quale si registrarono ben due rimpasti di Giunta) sancì un’alleanza tra le forze autonomiste tradizionali e quelle di ispirazione post-democristiana.
 
A rinforzare la territorialità del governo dell’autonomia vi fu nel 1998 la nascita della Civica Margherita ad opera di Lorenzo Dellai (del PPI di Martinazzoli) e di Gaetano Turrini (all'epoca organizzatore ed ispiratore di alcune liste civiche).
La Margherita fu in grado di raccogliere il messaggio autonomista declinandolo con quelle sensibilità civiche che sul finire degli anni ’90 prendevano sempre più piede anche come risposta alla sfiducia crescente per i Partiti nazionali.
La nuova situazione, portò in primissimo piano i partiti di ispirazione autonomista (tradizionali e di nuova costituzione) e mise in sott’ordine l’aggancio con la dimensione nazionale che la DC trentina aveva sempre garantito fino ai primissimi anni ’90.
 
La presenza in Giunta degli ex Democratici di sinistra e dei Socialisti non fu infatti in grado di compensare questa maggior debolezza limitandosi a mantenere i collegamenti con Roma su questioni di particolare rilievo locale.
Si può dire in altri termini che gli anni ’90 furono caratterizzati da una forte autoreferenza della politica trentina che andava ad aggiungersi a quella che da sempre, in Sudtirolo, aveva caratterizzato la cultura e l’azione dell’SVP.
 
Mauro Marcantoni
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