«Associazione Castelli del Trentino» – Di Daniela Larentis
Nel prossimo incontro del 21 novembre, il dott. Tommaso Mariotti parlerà della ricerca storica sulla Prima guerra mondiale in Trentino e a Mezzolombardo – L’intervista
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Il ciclo di incontri organizzato dall’Associazione Castelli del Trentino prosegue con il terzo appuntamento dell’edizione 2024-2025 dal titolo «Approccio alla Grande Guerra – La ricerca storica sulla Prima guerra mondiale in Trentino e a Mezzolombardo».
L’evento, in collaborazione con la Biblioteca Intercomunale Mezzolombardo Campodenno Sporminore Ton, si terrà giovedì 21 novembre 2024 a Mezzolombardo, presso la Sala Spaur in Piazza Erbe, alle ore 20:00, e avrà come ospite il dott. Tommaso Mariotti, funzionario presso l’UMst, Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia Autonoma di Trento, Ufficio beni architettonici.
Sarà un’opportunità preziosa per conoscere più da vicino la storia locale e le iniziative di conservazione e sensibilizzazione del patrimonio culturale.
L'incontro approfondirà l'impatto del conflitto sulle comunità trentine, le complessità della ricerca archivistica e l’importanza della memoria storica per rafforzare l'identità collettiva del territorio.
Da 36 anni l’Associazione Castelli del Trentino è attiva nell’ambito culturale provinciale soprattutto attraverso pubblicazioni, convegni e cicli di conferenze su tematiche storiche e storico-artistiche che vengono seguiti con attenzione dal pubblico e dalla stampa.
Le iniziative proposte godono del patrocinio della PAT e della Regione, sono inoltre riconosciute valide ai fini dell’aggiornamento del personale docente da parte dell’Iprase.
Continua la collaborazione con l’Accademia roveretana degli Agiati e con la Società di Studi trentini di Scienze storiche.
Alcune brevi note biografiche prima di passare all’intervista.
Tommaso Mariotti, nato a Trento il 7/12/1985. Laureato nel 2009 in scienze storiche presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento, discutendo la tesi dal titolo «Reclutamento militare ed amministrazione civile in un comune trentino di primo Ottocento».
A partire dal 2011 collabora continuativamente con la Soprintendenza dei beni culturali della Provincia autonoma di Trento seguendo progetti di ricerca negli archivi di Trento e Vienna sullo sviluppo delle fortificazioni austroungariche in territorio trentino tra Ottocento e Novecento e sulla legislazione dei cimiteri di guerra.
Coautore assieme a Rudy Cozzini del testo: «Abschnitt Adamello 1915-1918, cronache di guerra dei reparti austro-ungarici dalla Presanella alla val S.Valentino», premiato il 4 maggio 2019 come vincitori del Premio Itas, nella sezione Menzione Speciale Trentino.
Dal febbraio 2022 Funzionario storico culturale presso l’UMSt, Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia Autonoma di Trento.
Abbiamo avuto occasione di rivolgergli alcune domande.
Nell’incontro di giovedì 21 novembre, su quali aspetti verrà focalizzata maggiormente l’attenzione?
«L’attenzione verrà focalizzata sulle problematiche relative all’approccio alla ricerca sulla Grande Guerra in Trentino, per poi analizzare il contesto locale di Mezzolombardo e infine uno spunto sull’attività di tutela e valorizzazione legata alle limitazioni imposte dalla L.78/2001. Tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale.»
Nell'analisi storica della Grande Guerra in Trentino, quali tipi di documentazione risultano particolarmente significativi per comprendere l'impatto del conflitto sul territorio, e quali aspetti delle esperienze trentine emergono maggiormente da queste fonti?
«La documentazione conservata presso l’archivio di Stato di Vienna, fonte primaria per la ricerca, fornisce una panoramica totale sugli eventi della guerra, non solo prettamente bellici ma a tutto tondo.
«Certamente di immediata lettura possono essere le planimetrie a grande scala che riportano le linee fortificate, ma non vanno dimenticati gli ordini di battaglia e i diari di settore.
«Analizzando le diverse tipologie di documentazione si arriverebbe quasi certamente ad indagare la quotidianità del territorio trentino.»
Quali sono le testimonianze più interessanti raccolte nell’archivio di Mezzolombardo che raccontano la vita della comunità durante la guerra?
«L’archivio comunale conserva atti prettamente amministrativi in stretta correlazione con il Capitanato Distrettuale, quindi più legati alla gestione della leva e leva in massa.
«Inoltre però sono conservate le suppliche e le richieste di congedi dall’arma, le richieste di rimborsi per le prestazioni verso l’esercito, le varie requisizioni di materiali e altri documenti legati alla vita quotidiana dell’amministrazione comunale.»
In che modo la guerra ha trasformato una comunità come Mezzolombardo, pur non essendo direttamente coinvolta nei combattimenti sul fronte?
«Innanzitutto ha causato il dolore delle comunità per la perdita dei propri concittadini sotto le armi. Aver in qualche modo militarizzato la quotidianità ha sconvolto la vita lavorativa, essenzialmente contadina, ma anche il tessuto urbano.»
Esistono opportunità di approfondimento e ricerca a livello locale su questo tema?
«Non è stata ancora fatta una ricerca totale sugli avvenimenti in Trentino, opera comunque molto complessa. I vari territori hanno proposto il recupero della memoria dei caduti, prendendo in parte spunto dal memoriale provinciale.
«In alcuni casi si è cercato di riprodurre le testimonianze dal fronte grazie alla diaristica, mentre per l’esecuzione delle pratiche della leva vi sono solamente degli articoli di approfondimento.»
Può condividere un pensiero in merito all'importanza della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico come strumento per rafforzare l'identità e la consapevolezza storica delle comunità locali?
«L’importanza della tutela è primaria per il mantenimento della memoria, al di là degli obblighi imposti dalla legislazione.
«Ovviamente non è pensabile la conservazione totale delle testimonianze tangibili sul territorio, ma ogni singola iniziativa proposta si colloca nel solco del mantenimento dell’identità collettiva delle comunità.
«La valorizzazione si fonda sulla ricerca, per non perdersi nella mole documentaria e per evitare falsi storici, ma ha anche necessariamente bisogno del sostegno delle varie realtà provinciali.»
Con l’evoluzione tecnologica, si stanno adottando nuovi strumenti per la valorizzazione dei beni storici? Quali tecnologie o approcci innovativi sono utilizzati per rendere più accessibili al pubblico i siti legati alla Grande Guerra?
«I nuovi geoportali in dotazione permettono ora le sovrapposizioni tra carte storiche e soleggiamenti (LIDAR) del territorio, strumento fondamentale per individuare immediatamente il grado di fortificazione di un territorio.
«Nuovi progetti di rendering mediante nuvola di punti o con drone stanno portando ad un’evoluzione della percezione del costruito. In altre realtà ciò viene sostenuto per fini turistici, ma nella nostra il dibattito in merito è ancora molto fluido.»
Daniela Larentis – [email protected]