Il libro della settimana – Di Antonio Furlan

Titolo: Il destino del cacciatore Autore: Smith Wilbur Editore: Longanesi 2009 (collana La Gaja scienza) Traduttore: Hirzer G. Rilegato - Pagine 501 Prezzo di copertina: € 19,60

IL CONTENUTO
È la vigilia della Grande Guerra, tra afflati nazionalisti e ambizioni imperialistiche. Leon Courteney, nipote dell'alto ufficiale britannico Penrod Ballantyne, è un giovane e valoroso sottotenente dei King's African Rifles. Ma appena gli è possibile Leon si dedica alla passione di sempre, la caccia grossa, avvalendosi del suo speciale rapporto con i masai. Primo fra tutti il fedele e coraggioso sergente Manyoro, cui è legato da un forte sentimento d'amicizia, presto tramutato in vincolo "di sangue guerriero". Grazie anche alla collaborazione dei masai e alla loro straordinaria conoscenza del territorio, Leon diventa una guida esperta di personaggi importanti e facoltosi, tra i quali spicca un ospite d'eccezione: il presidente americano Theodore Roosevelt. Nella natura incontaminata e selvaggia, si susseguiranno epici incontri con gli animali più fieri e pericolosi della savana. Ma l'appartenenza di Leon all'esercito di Sua Maestà lo porterà a essere protagonista di un gioco molto rischioso, di portata internazionale. In un crescendo si riveleranno i diabolici intrighi con cui, dal cuore profondo dell'Africa, magnati, avventurieri e nobildonne sembrano decidere le sorti del Vecchio Continente; a cominciare da un misterioso conte europeo che è anche un industriale di aeromobili e veicoli. Sarà però l'incontro con una donna bellissima ed enigmatica a cambiare per sempre il destino di Leon, ormai conosciuto come il più grande cacciatore del continente.

IL COMMENTO
Un nuovo attesissimo capitolo della saga africana ideata dal maestro del romanzo d'avventura, Wilbur Smith, attualmente l'autore straniero più venduto in Italia.
Beh, ho letto tanti libri di Smith, ma questa volta ho fatto fatica a finirlo. Non c'è trama, non c'è pathos, non è divertente leggerlo. Sembra quasi un manuale per imparare ad andare a caccia in Africa e basta.
Vale la pena finirlo, solo perché la finale è la parte più interessante. Il resto invece è appena sufficiente.
Insomma, mi ha deluso.