Storie di donne, letteratura di genere/ 478 – Di Luciana Grillo

Lavinia Mannelli, «L’amore è un atto senza importanza» – Un romanzo che incuriosisce, fin dalla prima pagina

Titolo: L'amore è un atto senza importanza
Autrice: Lavinia Mannelli
 
Editore: 66thand2nd, 2023
Genere: Narrativa italiana contemporanea
 
Pagine: 160, brossura
Prezzo di copertina: € 15
 
Un lungo viaggio, dal deserto californiano del Mojave a Milano, porta la protagonista di questo originale romanzo in un bilocale, dove trova posto su un divano di ecopelle.
Questa ospite si chiama Tamara, è una bambola del sesso comprata da Giulia per suo marito Guido.
Tamara, davanti al televisore sempre acceso su canali Mediaset, guarda con curiosità chi si muove intorno a lei, Maria, Natalia, Federica… si rende conto di essere un regalo, parla, ascolta - ma non sempre comprende, - assiste ai litigi di Giulia e Guido, ma né l’una né l’altro le rivolgono la parola.
 
Di giorno in giorno, seguendo varie trasmissioni televisive, Tamara impara, interviene fra i due con citazioni dotte, vorrebbe essere rapita da Maria, conosce le troniste e gli intellettuali che appaiono in tv, comprende che Guido è un professore deluso nonché un aspirante pittore e che l’amico David ha una relazione con Giulia.
Quando vede David abbracciare i fianchi di Giulia, Tamara nota che «li aveva trovati subito, anche sotto quell’ingombrante telone da circo che indossava, per quella che sembrava un’antica dimestichezza», e quando David finalmente si accorge di Tamara, la bambola si convince di aver trovato il suo Cupido, l’uomo che replicava come statua vivente il David di Michelangelo e coinvolgeva l’anziana madre in performance «artistiche».
 
E diventano intimi quando Giulia e Guido vanno a Venezia e David va a vivere in casa loro per occuparsi del gatto Luiggi [scritto proprio così, con due G – NdR].
David le parla e lei risponde, una volta con le parole di Tolstoj, un’altra con le parole di Leopardi, e così via, ma poi, dopo un’improvvisa telefonata, David deve andare via, mentre Tamara si chiede: «Chi era l’uomo misterioso (o la donna?) che lo aveva chiamato…? Era forse andato a salvare Giulia e Guido da un imminente pericolo? C’entravano le code del nodo bolognese di cui parlava sempre il bollettino di Autostrade per l’Italia…? Lui, per un attimo che era sembrato eterno, proprio come nelle favole di Mediaset, l’aveva guardata nell’azzurro degli occhi con un’insistenza bovina, come a cercarvi un appiglio per non sprofondare.»
 
Al ritorno a casa, Giulia e Guido sembrano aver superato la crisi, ridono, vanno insieme a far colazione, non litigano… eppure Guido guarda con interesse Tamara, spesso assopita, intorpidita: «Si ridestò solo al tocco delle dita di Giudo, esitanti e delicate, lungo le guance: ebbe appena il tempo di riconoscersi addosso quell’antica sua bellezza, mentre i polpastrelli di lui le accarezzavano le ciglia…e il naso…e si riaddormentò. Poi Guido le sorrise e forse lei riuscì a ricambiare…».
David riappare, affamato e assetato, con poche monete in tasca, con cui compra una porzione di kebab, pensando che «togliersi uno sfizio è la via più facile per tornare a sentire l’odore della vita», mentre «i materiali plastici si dilatarono, ogni circuito si spense. Tutto crepitò appena».
 
Chi aveva mai pensato a una bambola di plastica istruita dalla tv, capace di dare e ricevere amore?
Intorno a questa sorta di favola, Mannelli ha costruito un romanzo che incuriosisce, fin dalla prima pagina.

Luciana Grillo - [email protected]
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