Il mondo post-apocalittico di Marco Ianes – Di Nadia Clementi
Ne parliamo con l’autore del libro di fantascienza intitolato «Il nuovo mondo»
Foto dell’impianto fotovoltaico progettato nel 2009 e realizzato a Scurcola Marsicana (L’Aquila).
Potenza 2,5 Mw (2500 KW); trattasi di una centrale fotovoltaica con 5 cabine di media tensione.
I cambiamenti climatici sono un tema molto serio e dibattuto, negli ultimi anni la sensibilità sul surriscaldamento globale è aumentata a dismisura coinvolgendo soprattutto i giovanissimi, tanti dei quali, ad esempio negli USA e in Nord Europa, hanno cominciato a fare dei veri e propri sit-in di fronte ai palazzi del potere chiedendo alla politica di agire in fretta per il futuro del nostro pianeta.
Un tema che, come tanti altri in quest’epoca fatta di divisioni e idee estreme, divide tra scettici e convinti ambientalisti: tra i primi si annoverano anche molti potenti del pianeta, come ad esempio il Presidente degli Stati Uniti d’America, che definiscono come «allarmismo» gli appelli lanciati da scienziati e attivisti per arginare il surriscaldamento globale e l’inquinamento generato dall’uomo.
Dall’altra parte abbiamo esperti di clima e ONG che chiedono a gran voce che si agisca in fretta, perché, a quanto pare, le ore del mondo sono contate e se non si attuano cambiamenti concreti il rischio è che si inneschi una catena di eventi che porterà ripercussioni gravissime per l’ecosistema.
Non è quindi un caso che il libro di cui vi vogliamo parlare oggi sia stato scritto da un esperto di ambiente e clima, nonché insegnante a contatto con i giovani, e proprio cinque ragazzi sono i protagonisti del suo romanzo.
Stiamo parlando di Marco Ianes, autore de «Il nuovo mondo» edito da Albatros. Ianes, trentino classe 1965 è un docente di elettrotecnica e impianti elettrici, progettista di impianti industriali e consulente tecnico ambientale e per l’energia.
Da anni si occupa di ambiente e sviluppo sostenibile, cercando di identificare e progettare percorsi innovativi per risparmiare energia e per migliorare l’ambiente in cui viviamo, «troppo spesso abbandonato o, peggio, maltrattato» come afferma lui stesso.
Alla sua attività di docente si affianca anche quella di giornalista, tiene un blog per Il Fatto Quotidiano sui temi di cui è esperto, e ora anche quella di scrittore.
Il romanzo di Ianes è ambientato in un mondo post-apocalittico, dove i cambiamenti climatici e l’irresponsabilità dell’uomo ha creato un ambiente inospitale.
Sembra una vera e propria metafora della vita dello scrittore, pagine scaturite dall’esperienza a scuola dove Ianes affronta temi difficili come la sostenibilità ambientale e i cambiamenti climatici con ragazzi giovanissimi; e sono proprio i ragazzi a dare speranza per salvare il mondo, per cambiare veramente le cose.
Titolo: Il nuovo mondo Autore: Marco Ianes Editore: Gruppo Albatros Il Filo 2018 Genere: Fantascienza Pagine: 255, Brossura Prezzo di copertina: € 15,90 |
La trama di «Il nuovo mondo» è proprio questa.
Cinque giovani, provenienti da posti diversi del mondo, perdono la vita, apparentemente, poiché le loro anime e i loro intelletti sono invece «prelevati» da alcuni extraterrestri, che dicono di provenire dalla stessa Terra ma di molte migliaia di anni fa.
Contemporaneamente, la Terra è sconvolta dai cambiamenti climatici e una rapida escalation di eventi naturali porta l’intera umanità sull’orlo dell’estinzione.
Pietro, Karen, Matteo, Irina e Dietrich vengono formati al «sapere superiore» degli esseri alieni, che li riportano sulla Terra, facendoli ricongiungere con i loro corpi.
Ma, nonostante le catastrofi mondiali abbiano estinto praticamente tutti i popoli della Terra, alcuni superstiti in Russia e negli USA, con a capo i rispettivi Presidenti e i loro apparati militari, si sono salvati grazie a speciali costruzioni sotterranee, autoalimentate e in grado di preservare la loro incolumità.
Quando apprendono che il mondo che conoscevano prima della grande apocalisse non esiste più, iniziano una battaglia per eliminarsi a vicenda, tentando di usare armamenti nucleari sui quali sono riusciti a mettere le mani.
I ragazzi, però, in possesso delle conoscenze tecniche e scientifiche per fermarli, isoleranno queste iniziative e li costringeranno ad accettare nuove regole, per creare un nuovo mondo.
Un insegnante di elettrotecnica appassionato di scrittura, come è nata questa passione?
«Fin da ragazzo ho avuto la passione della scrittura. Già alle scuole medie mi cimentavo con scritti a tema ambientale, che poi facevo leggere al mio insegnante di italiano; non so se lui fosse entusiasta di ciò che scrivevo, però mi diceva sempre che era contento del mio impegno che andava oltre i semplici compiti da svolgere. Insomma, una passione che viene da dentro, fin da giovane.»
Quanti romanzi ha nel cassetto? Sono tutti a tema ambientale?
«In questi giorni ho avviato la fase di ricerca dati e approfondimento per un nuovo romanzo, tanto che sono in partenza per Londra per alcuni approfondimenti tecnici; lavorerò ad un thriller, molto particolare, che si immergerà nel dark web, quella parte poco nota del mondo di internet.
«Non mancheranno certo riferimenti ambientali, per esempio sulla gestione dei rifiuti, altro tema molto importante e che nasconde il grande mondo delle ecomafie.
«Tuttavia, non sarà una vera e propria storia da definire a tema ambientale. Sarà un thriller, che tenterà di accendere qualche riflettore sul mondo sconosciuto del dark web.»
Ci racconta di come è nata l’idea di questo romanzo?
«Il Nuovo Mondo nasce dall’idea di far riflettere il lettore sui grandi mutamenti in corso, generati dai cambiamenti climatici. La spinta propulsiva a scrivere questa storia, è partita dall’elezione di Donald Trump a presidente degli USA; uno dei massimi esponenti del negazionismo dei cambiamenti climatici è salito a guidare la nazione più potente al mondo!
«Questa situazione mi ha spinto a prendere carta e penna nel pretenzioso tentativo di scrivere una storia che potesse evidenziare la grande necessità di cambiare modello di sviluppo, per garantire all’Uomo un futuro sostenibile.»
L’essere quotidianamente a contatto con i ragazzi le fa ben sperare per il futuro del pianeta?
«In realtà, sui temi ambientali, ho la sensazione che i giovani siano un pochino superficiali; pochi sono coloro interessati ad approfondire l’impatto che la nostra presenza sulla Terra può avere, pochi riflettono davvero su ciò che potremmo e dovremmo fare per mitigare tale impatto che, ora come ora, sta creando forti cambiamenti negli equilibri naturali del nostro pianeta.
«C’è da lavorare molto con i giovani per farli riflettere sui temi ambientali e, molto spesso, la scuola stessa non è attrezzata per guidarli su percorsi innovativi di tutela ambientale, di ricerca dell’armonia con la Natura. Il tutto è delegato alla sola sensibilità dei singoli docenti e questo non va bene.
«Sarebbe necessario strutturare un vero e proprio programma informativo per i nostri giovani, ma si preferisce parlare d’altro… come se il futuro dell’ambiente in cui viviamo fosse di importanza secondaria.»
È noto come il cambiamento climatico sia uno dei tanti temi divisivi, sia tra i politici sia tra le persone comuni. A suo parere come mai? D’altra parte si tratta di un dato di fatto, conclamato da scienziati di tutto il mondo.
«La comunità scientifica ha preso atto che i cambiamenti climatici sono determinati dall’uomo e questo è un dato di fatto, non più solo una semplice opinione. Il tema divide semplicemente perché ci sono interessi enormi sullo sfruttamento delle risorse naturali; interessi che vanno aldilà del bene comune. Nessuno dice che le risorse non debbano essere utilizzate, ci mancherebbe.
«La differenza di pensiero sta nel come le si dovrebbe utilizzare. Per il bene collettivo e quindi per far crescere il benessere di tutti, oppure per l’arricchimento di pochi a scapito di altri? Finché le varie lobby del petrolio e dell’energia sponsorizzeranno esponenti politici, questi quando arrivano al potere devono restituire il favore.
«Così è stato negli States, così è in tutto il mondo. Ma molti non si rendono conto che siamo davvero vicini al punto di non ritorno.»
Pensa che la metafora del suo libro possa essere efficace per i più giovani?
«La speranza è proprio questa. Che molti giovani riescano a trovare il tempo per leggere questa storia e capiscano che loro stessi rappresentano il futuro dell’Umanità. Se, come i protagonisti del mio romanzo, i giovani prendessero coscienza che il futuro della nostra madre Terra deve passare da un cambiamento epocale di visione della vita, allora il nuovo mondo potrebbe avere davvero una speranza di futuro sostenibile.»
A quali scrittori si ispira? Quali sono i suoi modelli di riferimento?
«Un grande mito, per me, è Michael Crichton, compianto autore di storie uniche e con fondamenti scientifici all’avanguardia. Pensiamo alla saga di Jurassic Park. Una storia incredibilmente affascinante, che parla di modificazioni genetiche in un contesto fantastico.
«Un altro grande scrittore è sicuramente Frederick Forsyth, che ha saputo proporre molte spy-stories di altissimo livello, proponendo situazioni di fantapolitica internazionale incredibili.
«Ecco, da questi grandi scrittori traggo ispirazione come riferimento per i modelli di proposta dei miei scritti.»
Quali sono secondo lei i problemi maggiori che i giovani si troveranno ad affrontare a tema ambientale?
«Il futuro del mondo presenterà, a mio avviso, due grandi temi ambientali che determineranno anche guerre e scontri epocali: il controllo dell’acqua e dell’energia.
«Su questi due temi i giovani si troveranno a dover combattere contro i soliti pochi che vogliono detenere il potere economico, a scapito del bene collettivo.
«Anche il problema dei fenomeni migratori, che sta già peraltro generando grandi divisioni, diventerà ulteriormente un problema ambientale e sociale che le nuove generazioni dovranno gestire sempre più in maniera strutturale e non più come emergenza come vogliono farci credere da oltre un ventennio.»
Nadia clementi - [email protected]
Marco Ianes - [email protected] - www.ilnuovomondo.eu www.marcoianes.net