Primo trimestre 2023: la strage dei lavoratori continua

Già quasi 200 vittime tra gennaio e marzo 2023. Una media di oltre 65 decessi al mese e 15 alla settimana

Sono 148 gli infortuni mortali in occasione di lavoro, 48 quelli in itinere. 7 vittime in più del 2022. Ma la piaga dell’insicurezza non si rimargina.
Ancora preoccupante l’incidenza di mortalità dei giovanissimi con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni. Quasi doppia rispetto ai colleghi nella fascia tra 25 e 34 anni. E nella fascia fino a 14 anni si rilevano addirittura 16.582 denunce (oltre il 10% del totale).
Gli stranieri hanno un rischio di infortunio mortale superiore agli italiani: con un’incidenza di mortalità di 9,7 contro il 6,0 degli italiani.
Diminuiscono invece le denunce di infortunio complessive: -25,5% rispetto a marzo 2022, ma va ricordato che nei primi mesi del 2022 gli “infortuni per covid” erano ancora molto numerosi.

Infatti, le denunce nel settore della sanità fanno rilevare la flessione maggiore, a dimostrazione che la conclusione dell’emergenza sanitaria è la vera causa di questa diminuzione.
L'attività manifatturiera è il settore più colpito dagli infortuni.
Sul podio dell’insicurezza in zona rossa ci sono: Valle D'Aosta, Umbria, Abruzzo, Marche, Piemonte.
La mappatura dell’emergenza dell’osservatorio Vega engineering aiuta a capire dove i lavoratori hanno rischiato maggiormente la propria vita da gennaio a marzo 2023.
Il rischio di morte, regione per regione nel primo trimestre dell’anno. Dalla zona rossa alla zona bianca.
 

 
In zona rossa nel primo trimestre 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 6,4 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Umbria, Abruzzo, Marche e Piemonte. In zona arancione: Veneto, Sicilia e Lombardia. In zona gialla: Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia, Emilia Romagna, Sardegna, Toscana e Liguria. In zona bianca: Trentino Alto Adige, Calabria, Basilicata e Molise.