Dorfmann: «Così tuteliamo le minoranze linguistiche»
Il Parlamento europeo ha chiesto alla C. E. di rivedere le norme sul «geoblocking»
Il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di rivedere le norme sul geoblocking. Questa tecnologia limita l’accesso a determinati contenuti mediatici - come film e altre trasmissioni televisive - e piattaforme online in base alla posizione geografica dell’utente.
«L’accesso a questo tipo di contenuti è disciplinato dal diritto d’autore, che è definito in base ai confini nazionali. Ciò va a svantaggio delle minoranze linguistiche», afferma l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann. Su sua iniziativa, il Parlamento chiede una soluzione in materia.
La Commissione europea aveva già adottato nel 2018 un primo regolamento sul geoblocking, finalizzato non solo a creare certezza giuridica, ma anche a prevenire la discriminazione dei cittadini europei.
«Il problema è che finora il regolamento ha escluso dalla sua applicazione i contenuti audiovisivi», spiega Dorfmann. Di conseguenza, i cittadini europei hanno accesso in media a solo il 14 per cento di tutti i contenuti, con un massimo del 43 per cento in Germania e un minimo dell’1,3 per cento in Grecia.
Al fine di consentire a ogni cittadino, indipendentemente dal luogo di residenza o domicilio, di accedere a tutti i contenuti audiovisivi nell’Unione, il Parlamento europeo chiede di riconsiderare l’esenzione dall’applicazione del regolamento sul geoblocking per le trasmissioni televisive. Da tempo Dorfmann denuncia una situazione discriminatoria per le minoranze linguistiche, «alle quali è negata la fruizione di film o eventi sportivi nella loro lingua madre».
Per l’europarlamentare sudtirolese, la risoluzione adottata oggi è quindi «un grande successo», in quanto, su sua iniziativa, richiede alla Commissione europea di proporre soluzioni concrete su come garantire ai cittadini delle regioni di confine o alle minoranze linguistiche un accesso legale e transfrontaliero ai contenuti audiovisivi.
«In questo modo, nella riforma del regolamento sul geoblocking, la Commissione europea dovrà tenere conto anche della nostra situazione specifica», conclude Dorfmann.