Premio Mario Rigoni Stern, premiazione a Riva il 24 marzo

Il Premio Mario Rigoni Stern per la letteratura delle Alpi a Marco Paolini e Gianfranco Bettin, il Premio «I guardiani dell'Arca - Osvaldo Dongilli» a Ulysse Borgeat

Titolo: Le avventure di Numero Primo
Autori: Marco Paolini,Gianfranco Bettin
 
Editore: Einaudi 2017
Premio: Mario Rigoni Stern 2018
 
Pagine: 344, Brossura
Prezzo di copertina: € 19
 
Un premio dalle molte anime il Mario Rigoni Stern che quest'anno è giunto all'ottava edizione.
Accanto alle lingue che si fanno scrittura, letteratura, ricerca e studio per raccontare la molteplice identità delle Alpi torna anche la seconda edizione de «Il Guardiano dell'Arca» - intitolato alla memoria di Osvaldo Dongilli - il riconoscimento a una persona che si è distinta per la sua vita e per l’attività a difesa del paesaggio, del territorio e delle radici.
Il 2018 si è contraddistinto per le numerose opere candidate - 54 - e per un ulteriore passo nella direzione dell'internazionalizzazione del premio come testimoniato sia dalle menzioni sia dalla figura del «Guardiano dell'arca» che viene da Chamonix.
Sabato 24 marzo i vincitori dell'edizione 2018 del Premio - Marco Paolini e Gianfranco Bettin - potranno dialogare e parlare della propria opera.
 
Come ogni anno la celebrazione sarà aperta da interventi dedicati a un tema particolarmente pregnante per le Alpi. Questa volta - in occasione del centenario della fine della Grande guerra - si parlerà di «1918-2018: fu vera pace?».
Ne discuteranno Francesco Jori (giornalista e scrittore, già vice-direttore del Gazzettino e ora editorialista dei quotidiani Finegil) e Francesco Vallerani (docente di Geografia all'Università di Ca' Foscari, studioso attento alla storia e alle modalità di sviluppo del Nordest).
Il tutto sarà arricchito da letture di brani di Mario Rigoni Stern e di una giovanissima profuga trentina in cui si potrà cogliere appieno cosa significò per le genti di montagna ritornare alle proprie case e alle proprie terre trovandole devastate, alla fine del conflitto.
Gli interventi e le letture saranno intervallati da esibizioni musicali del Coro di Sant'Isidoro - diretto da Letizia Grassi - che si cimenterà anche in brani come «Le bianche», dedicato ai giovani caduti dell'Ortigara, con musica di Bepi De Marzi e parole di Mario Rigoni Stern, e «Mesjac na nebi” (Luna nel cielo), canzone popolare ucraina molto amata dallo scrittore asiaghese.

Seguirà la premiazione vera e propria, con le interviste ai vincitori dell'edizione 2018 - Marco Paolini e Gianfranco Bettin che si sono aggiudicati il premio con il libro «Le avventure di Numero Primo» (Einaudi) - la proiezione di un video realizzato dal noto attore veneto sulle Dolomiti e la consegna anche delle menzioni alle opere identificate dalla giuria: AAVV, Per forza o per scelta.
L'immigrazione straniera nelle Alpi e negli Appennini (Aracne); Antonella Tarpino, Il paesaggio fragile (Einaudi); Gaëlle Cavalié, Cent heures de solitude (Paulsen – Guerin); Ilaria Tuti, Fiori sopra l'Inferno (Longanesi); Massimo Bubola, Ballata senza nome (Frassinelli).
Sarà poi la volta di Paolo Rumiz che racconterà il premiato 2018 del «Guardiano dell'Arca - Osvaldo Dongilli»: Ulysse Borgeat.
 
Questa particolare sezione del Premio Mario Rigoni Stern va a una persona che si è distinta per la sua vita e per l’attività a difesa del paesaggio, del territorio e delle radici.
Ulysse Borgeat, guida di Chamonix, ora novantaduenne, è stato soprannominato Atlante ed è espressione speciale e unica di generazioni che hanno affrontato la montagna senza ausilio di mezzi tecnologici e meccanici, portando sulle spalle materiali, viveri e ogni cosa necessaria ai rifugi del Monte Bianco per un totale di cento tonnellate.
Nella sua vita ha conosciuto Walter Bonatti, Gary Hemming e René Desmaison ma accanto a questo va ricordato che senza di lui e il suo «silenzioso» e durissimo rifornimento delle alte quote forse certe grandi vie non sarebbero state aperte.
 

Ulysse Borgeat vincitore del «Premio Guardiano dell'Arca - Osvaldo Dongilli» 2018.