Sciopero porti, Coldiretti: a rischio 6,4 mld export cibo in USA

Oltre il 95% dell’agroalimentare nazionale arriva negli Stati Uniti via mare

Lo sciopero ad oltranza dei lavoratori portuali Usa colpisce anche le esportazioni marittime di cibo Made in Italy negli Stati Uniti che nel 2023 sono state pari a 6,4 miliardi di euro in valore.
A lanciare l’allarme è la Coldiretti, sulla base dei dati Istat sul commercio estero.
In riferimento all’agitazione, proclamata dall'International longshoremen's association, che coinvolgerà circa 45mila addetti in 36 porti americani, situati sulla costa orientale e nella zona del Golfo del Messico.
 
Questo potrebbe influire sulla spedizione di beni deperibili come i prodotti alimentari, causando ritardi significativi che potrebbero comprometterne la qualità o aumentare i costi di trasporto.
Ogni anno oltre il 95% in valore delle esportazioni agroalimentare tricolori raggiunge gli States via mare (rispetto al 63% del totale generale), con vino, olio d’oliva e pasta a guidare la classifica dei prodotti più acquistati, secondo l’analisi Coldiretti.
Gli Usa rappresentano anche il primo sbocco commerciale extra Ue per il cibo Made in Italy, e il terzo a livello mondiale.
 
Lo sciopero dei porti americani rischia di rappresentare un nuovo colpo per i traffici via mare dell’Italia dopo le tensioni legate al blocco dei traffici sul Mar Rosso legati agli attacchi Houthi.
L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez e a circumnavigare il Sud Africa, hanno portato – precisa la Coldiretti – ad un aumento dei costi di trasporto del 659% secondo il Centro Studi Divulga, mentre i tempi di percorrenza sono aumentati mediamente di 7-10 giorni. E a risentirne sono stati soprattutto i prodotti più deperibili, a partire dall’ortofrutta.