Lettere al direttore: Angela Lorenzini, contraria al Green pass
«Se le cose stanno così, sarebbe meglio abolire l’insegnamento dell’educazione civica e chiudere le facoltà di filosofia e giurisprudenza»
Egregio Direttore,
con piacere ho letto la lettera del 20 settembre in cui esprime preoccupazione per le pressioni subite a scuola dagli studenti non vaccinati.
Mi preme tuttavia fare presente che la gravità della situazione è molto più estesa, perché i minori vengono vessati in ogni aspetto della loro esistenza: sono infatti sottoposti a tutti gli abusi cui vanno incontro i loro genitori.
Io, per esempio, non ho scaricato il green pass perché penso che sia non già uno strumento di salute pubblica, bensì un mezzo illegale di discriminazione e controllo.
Con ciò, resto sotto ogni aspetto una cittadina italiana incensurata, con tutti i documenti in ordine e in regola con il fisco.
Tuttavia, dal 7 agosto non posso più entrare in piscina, palestre, biblioteche, musei, teatri, cinema, partecipare ad eventi all’aperto, prendere alcuni treni ecc.
Avendo i miei figli rispettivamente 4, 8 e 10 anni, sono troppo piccoli per recarsi in uno di questi posti da soli: perciò non solo io, ma anche loro si vedono privati del diritto allo sport, alla cultura, all’istruzione, alla socialità, alla libertà di movimento; in definitiva, del diritto alla salute, che di certo non può essere vista come il risultato negativo o positivo di un tampone molecolare, ma un insieme ben più complesso di fattori.
Il figlio dei vicini, invece, che ha già compiuto 12 anni, viene sottoposto direttamente, nella sua persona, a tutti questi abusi.
Fino al 6 agosto lui e i miei figli facevano il corso di nuoto insieme: dal 7 agosto, si è visto chiudere la porta della piscina in faccia.
Inutile dire che anche io ho ritirato i miei figli dal corso: se le piscine devono restare chiuse ai ragazzini, penso che l’unica cosa sensata da fare sia demolirle.
Per quel che riguarda il diritto al lavoro, mio marito e io per adesso possiamo lavorare da casa: ma quei genitori che dal 15 ottobre dovranno rinunciare allo stipendio saranno costretti a ridurre il proprio standard di vita, e anche quello dei loro figli minori.
I genitori che invece proprio non possono rinunciare alla busta paga per poter continuare a vestire e a dar da magiare ai loro bambini, saranno dei genitori violentati: non solo nelle loro convinzioni, ma anche fisicamente, perché dovranno sottoporre il proprio corpo a un trattamento che, nel loro intimo, li ripugna.
Che benessere possono avere i minori figli di queste persone calpestate, schiacciate senza ritegno?
Il 4 ottobre a Folgaria, dove abitiamo, riapre la scuola materna.
Secondo qualcuno, io dovrei lasciare mia figlia di 4 anni sulla porta, mentre lei vedrà entrare molti altri suoi compagni dando la mano a mamma o papà, come sempre.
Cosa le dirò? Che la mamma non ha fatto niente di male, ma che cedere ai ricatti è da vigliacchi?
Che piegarsi alle estorsioni è indegno? Che chi abbassa la testa muore ogni giorno, invece che una volta sola?
E poi, a lei, cosa importerebbe? La vera domanda non è «cosa può capirne» ma «come può sentirsi?»
Non so ancora cosa farò: forse chiamerò i carabinieri. Se faranno il loro dovere, dovrebbero farci entrare, perché per il momento la costituzione è ancora in vigore. In alternativa, credo che ritirerò mia figlia dalla «scuola dell’inclusione» del ministro Bianchi.
Disponendo di un’altra opzione, ritirerei senza rimpianti anche la mia secondogenita, che spesso torna da scuola dicendomi che la maestra li guarda male, perché loro «non sono vaccinati». Loro significa lei e i suoi compagni di classe, che hanno 8 anni.
Da ultimo propongo che, per decenza, l’insegnamento dell’educazione civica sia abolito dalle scuole italiane di ogni ordine e grado e, già che ci siamo, che vengano chiuse le facoltà di filosofia e giurisprudenza.
La ringrazio per la sua pregiata attenzione e porgo un distinto saluto
Angela Lorenzini