Schurter e Ferrand-Prevot: firma dei fenomeni in Val di Sole
Dominio nella domenica del Mountain Bike Cross Country a Daolasa: i risultati con l'Italia che sorride
Foto di Giacomo Podetti, Daniele Molineris e Michele Mondini.
In una stagione olimpica, nella quale le ambizioni a cinque cerchi condizionano le scelte di un’annata intera, arriva sempre un momento in cui si scoprono le carte, in cui chi sogna in grande vuole e deve dimostrare, agli avversari e a sé stesso, il suo vero valore.
Erano in tanti a pensare che, per i protagonisti del Cross Country, questo momento sarebbe arrivato proprio in Val di Sole, a sei settimane da Parigi, in una grande classica del circuito mondiale: una di quelle giornate in cui vincere conta sempre qualcosa in più.
Domenica 16 giugno Daolasa di Commezzadura ha assistito a uno spettacolo di assoluta nobilità ciclistica, e i nomi dei campioni di Val di Sole 2024 non lasciano adito a dubbi.
Nino Schurter e Pauline Ferrand-Prèvot, gli atleti più titolati del mondo della Mountain Bike, in Trentino hanno voluto mettere le cose in chiaro, presentandosi da soli – e con margine – a raccogliere sul traguardo l’urlo del pubblico di Daolasa (20.000 gli ingressi nell'arco del weekend), spettacolare come solo in Val di Sole sa esserlo.
Per Schurter il conteggio degli allori in Val di Sole tocca quota nove, due Mondiali e sette Coppe del Mondo, Ferrand-Prèvot sale a quota tre.
Per entrambi potrebbe essere stata l’ultima volta, con lo svizzero motivato a coronare una carriera immensa con un’altra medaglia olimpica, e la francese destinata a concentrarsi sulla strada dal 2025, auspicabilmente con al collo l’oro di Parigi, l’ultimo titolo che le manca nel fuoristrada.
Se davvero sarà stato l’ultimo ballo in Val di Sole, di sicuro sarà stato bellissimo.
Ma bellissimo è stato anche il pomeriggio degli azzurri, in particolare al maschile: dopo l’inizio di stagione più difficile degli anni recenti, Luca Braidot è tornato a ruggire come sa fare, come aveva promesso di fare dopo il coraggioso Short Track di venerdì.
Il suo quarto posto, superato allo sprint da Azzaro per la terza piazza, ha il sapore di un riscatto, ma soprattutto ha tutta l’aria di un visto per l’avventura Olimpica, quella che ad un tratto sembrava potesse sfuggirgli di mano.
Con lui a Parigi dovrebbe esserci Simone Avondetto, Campione Europeo che ha superato una partenza da incubo per risalire, giro dopo giro, fino alla sesta posizione.
Nell’evento simbolo del suo movimento a livello mondiale, l’Italia ha ritrovato le sue punte: adesso sognare il podio di Parigi si può.