Considerazioni sull'ipotesi di... «baratto» – Di Paolo Farinati
Anche a Rovereto si alternano le Amministrazioni e cambiano le visioni e i progetti
In ogni comunità, all’alternarsi delle pubbliche Amministrazioni, cambiano le visioni e i progetti.
Niente di male, ci mancherebbe, è tutto più che legittimo e, talvolta, opportuno.
Inizio così questa mia breve riflessione, dopo aver colto in città la notizia di un possibile scambio di proprietà tra il Comune di Rovereto e il Gruppo Dolomiti Energia. Ovvero, il Comune cederebbe gran parte del Trade Center, dove in via Manzoni n. 24 ha sede il Gruppo DE, avendone in contropartita l’area posta a nord del Parco dei Lavini, di proprietà dell’Azienda, che sarebbe destinata al futuro lì ipotizzato campo da golf.
Operazione interessante, che sarà stata ben valutata dall’attuale Amministrazione comunale della città. Ma dentro di me è scattato, quasi subito, un: «Peccato!». Ripensando a tutt’altre visioni e a tutt’altri progetti a suo tempo maturati in merito a questi importanti spazi.
E mi spiego. Tra il 2008 e il 2009, dopo che il Consiglio comunale di Rovereto prima e di Trento dopo avevano deliberato la fusione tra Trentino Servizi e la Tecnofin Strutture, dando vita al Gruppo Dolomiti Energia, dotato da quel momento anche delle ricche e strategiche gestioni delle numerose e grandi centrali idroelettriche già ENEL e già Edison in Trentino, i due Sindaci Guglielmo Valduga e Alberto Pacher, con le rispettive Giunte, concordarono la costruzione di una nuova sede operativa del suddetto Gruppo DE a Rovereto. Io all’epoca ero Assessore anche alle Società Partecipate dal nostro Comune.
Fu individuato un ampio terreno tra Viale Caproni e i Lavini, area molto più grande e più funzionale, anche in termini di viabilità, di quella di via Manzoni.
Gli allora Presidente e Amministratore delegato del Gruppo DE, rispettivamente Paolo Battocchi e Marco Merler, acquisirono in poche settimane quegli spazi. Ma l’operazione non finiva qui. La visione di allora era completata dal trasferimento di tutti gli uffici tecnici comunali proprio in via Manzoni 24, togliendoli finalmente dalla loro storica quanto non certo comoda ed elegante sede posta in quegli edifici chiamati dai roveretani «Cecenia», all’inizio delle Valli del Leno.
In sintesi, tutto quadrava, dando vita congiuntamente a due operazioni complementari, utili se non strategiche sia per il Gruppo industriale controllato pariteticamente dai due Comuni e dalla PAT che per i tecnici del nostro Comune.
Ma nel maggio 2010 cambiò democraticamente l’Amministrazione comunale, come peraltro ancora nel 2015. In poche parole, di quanto pensato nel 2008 non se ne fece più alcunché. Tutto legittimo ribadisco, ma rimango dell’idea che Rovereto si fece sfuggire una grande opportunità. Anche in una logica prettamente urbanistica.
L’attuale sede di Dolomiti Energia in via Manzoni 24, costruita negli Anni ‘80, era ottimale per le dimensioni dell’allora ASM di Rovereto. Ma il Gruppo Dolomiti Energia è dal 2010 in qua ben altra cosa(!). E auspicabilmente la sua operatività crescerà ancora negli anni a venire. Nello stesso tempo, avere gli uffici tecnici del Comune in centro città, con di fronte l’ampio comodo parcheggio di Piazzale Sergio Zanon, sarebbe stata una scelta assai gradita sia dai dipendenti che dai cittadini.
Nulla contro il golf ai Lavini, ci mancherebbe. Ma le soluzioni potevano e potrebbero ancora essere altre.
In poche parole, mi rimane in testa il mio: «Peccato!».
Paolo Farinati