Il tribunale della Crisi: la sentenza per i politici e i controllori

Quattro i capi di imputazione: Per tre la giuria popolare ha detto «colpevoli»

È toccato al giovane Andrea Mura, oggi, leggere a nome della giuria popolare, la sentenza del secondo «processo alla crisi» che ha visto ieri giudicati i politici e i controllori.
Quattro i capi di imputazione: tre le sentenze di «colpevolezza».
Ecco il dispositivo completo della sentenza.

Giudicando in piena libertà e autonomia i POLITICI ed i CONTROLLORI, dopo il dibattimento che ha visto partecipi il professor SPAVENTA LUIGI e i professori PRAT ANDREA e PADOAN PIER CARLO, rispettivamente nei ruoli dell'accusa e della difesa, presidente il dott. GAGGI MASSIMO.

Considerando:
- La vigenza negli Stati Uniti di una legislazione inadeguata ed estremamente permissiva, la quale ha contribuito a introdurre vari elementi di instabilità nel sistema economico, così come testimoniato da Luigi Zingales;
- Il persistente conflitto di interessi tra le autorità di vigilanza e le banche, ovvero tra controllori e controllati; un conflitto di interessi il quale ha determinato uno stato di cecità selettiva delle autorità preposte alla vigilanza. La Giuria prende atto così di quanto evidenziato dal pubblico ministero Lugi Spaventa, ovvero del mancato funzionamento delle attività delle agenzie di rating e del continuo scambio di ruoli tra i vari organi;
- La presenza di influenze determinanti delle varie lobbies politiche ed economiche;
- Il comportamento negligente delle autorità di vigilanza europea, in particolare nel caso inglese e irlandese, seppur durante il dibattimento si sarebbe potuto allegare un maggior numero di prove.

Giudica, rispetto ai seguenti capi d'imputazione:

- le principali autorità preposte alla vigilanza bancaria statunitense,
per aver posto in essere condotte attive e omissive che hanno contribuito alla crisi, o comunque fornito un oggettivo contributo causale al verificarsi della stessa;
colpevoli

- gli esponenti del Congresso e dell'amministrazione degli Stati Uniti, per aver posto in essere condotte attive e omissive tali da contribuire alla crisi o di aver fornito un contributo causale al verificarsi della stessa;
colpevoli

Nella fattispecie la Giuria non considera le influenze delle varie lobbies politiche ed economiche attenuanti delle colpe sopra evidenziate, poiché le varie scelte del legislatore devono essere solamente subordinate al perseguimento dell'interesse generale.

- le principali autorità di vigilanza europee di aver posto in essere, condotte attive o omissive in grado di fornire un contributo oggettivo causale al verificarsi della crisi.
colpevoli

La Giuria giudica inoltre sul capo di imputazione seguente, opportunamente rinviato nella precedente sentenza, ovvero l'accusa che:
- gli economisti hanno giocato troppo facilmente allo scaricabarile con politici e regolatori
assolti

- poiché dal dibattimento è emerso piuttosto il contrario

Per questi motivi la Giuria condanna:

- i regolatori che sono risultati colpevoli alla pubblica ammissione degli errori da loro commessi ed esorta inoltre la classe politica a varare una riforma mirante alla regolamentazione dei persistenti conflitti di interesse e alla realizzazione di un sistema economico più efficiente e trasparente.