Trento: Curiosità sulle ragioni del conflitto della Grande guerra
«Nel 1919 Brentari chiedeva di annettere l'Italia al Trentino per aspetti amministrativi»
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Già cento anni fa l’immagine di una macchina burocratica italiana non capace di tenere il passo di quelle della Mittel Europa era diffuso in Trentino e legato strettamente al problema dei profughi.
Non di quelli provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente come oggi ma alle popolazioni trentine che al rientro nei loro paesi alla fine della guerra si dovettero scontrare con difficoltà quasi insormontabili: niente più case, macerie ovunque, valli distrutte, nuova moneta, leggi differenti e burocrazia lenta.
Tanto che nel 1919 Ottone Brentari arrivò a scrivere che «nel campo amministrativo sarebbe bene non annettere il Trentino all’Italia ma annettere l’Italia al Trentino; perche se l’Italia ha politicamente redento il Trentino, il Trentino potrebbe sotto molti aspetti redimere l’Italia».
È una delle curiosità emerse questo pomeriggio nella tavola rotonda Le ragioni del Conflitto della Grande Guerra ospitata nel Museo Storico delle Truppe Alpine sul Doss Trento, nell’ambito dell’evento 100 anni Dalla Grande Guerra – La Contesa del Monte Melino, e animata da Vittorino Tarolli (ricercatore e storico), Giuseppe Ferrandi (direttore del Museo storico del Trentino), dal gen. Stefano Basset (Direttore del Museo nazionale delle Truppe Alpine costruito begli anni ‘40), dal sen. Ivo Tarolli (presidente C.O) e dal cav. Enzo Libardi (presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Fanti).
La citazione di Brentari ha chiuso la dotta dissertazione di Vittorino Tarolli sulle condizioni del primo conflitto mondiale nel Chiese dove - ha spiegato - vi erano 10.000 fanti italiani delle brigate Sicilia e Toscana, nel 1918 vi erano installate 390 mitragliatrici su un fronte di 15 chilometri (un numero di armi superiore a quello tutto l’Esercito italiano disponeva all’inizio del Conflitto), vennero costruiti 250 chilometri di strade militari per permettere di portare in quota circa 250 cannoni con cui vennero sistematicamente colpite le linee austroungarica, che ribattevano colpo su colpo.
Badoglio visitò il fronte per tre volte perché l’esercito italiano riteneva il Chiese di strategica importanza. Tanto è vero che appena conquistato il Monte Melino il 20 ottobre 1915, grazie all’incredibile azione dei fanti di Toscana che Gabriele D’annunzio definì «I Lupi di Toscana», l’esercito italiano iniziò la costruzione di quella che venne chiamata la Muraglia per l’incredibile incredibile numero di manufatti realizzati sin sulle vette a difesa della linea del fronte, dove giunsero persino acquedotti e linee telefoniche.
Giuseppe Ferrandi ha annunciato per il prossimo anno, nel centenario della sua morte, un trittico di libri sulla figura di Cesare Battisti, e evidenziato la necessità di approfondire maggiormente i temi e le letture di quanto ha rappresentato la Prima Guerra Mondiale in Trentino dove si sono fronteggiati un milione e mezzo di combattenti.
Ha plaudito all’iniziativa promossa dal Comune di Castel Condino e da varie realtà della valle del Chiese (a cominciare dall’Ecomuseo e Bim) perché capace di proporre in vari appuntamenti le visioni della storia scevre da nazionalismi ma capaci di coniugare le voci delle realtà italiane, tirolesi e tedesche per una corretta rilettura della guerra partendo da posizioni differenti.
Il raduno dei fanti previsto il 13 settembre permette - a giudizio di Ferrandi - una importante occasione di approfondimento a livello nazionale.
Ferrandi ha quindi accennato all’opportunità di valorizzare il patrimonio rappresentato dai Musei storici in Trentino, a cominciare proprio da quello delle Truppe Alpine a Trento, nel momento in cui si ricordano i 100 anni della Grande Guerra.
«Una cura delle eccellenze e dei gioielli – ha detto – per consentire una corretta rilettura della nostra storia.»
Domani sarà Condino (ore 17.00 sala Consiliare) ad ospitare l’incontro Il futuro delle Terre Alpine con interventi dell’assessore provinciale Carlo Daldoss, dell’europarlamentare Herbert Dorfmann, del prof. Geremia Gios e del vicesegretario della Svp Daniel Alfreider.
La prossima settimana spicca la Lectio Magistralis: Europa 2.0 prevista il prossimo 11 settembre al Teatro Sociale a Trento con la presenza dell’ex Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio (al primo intervento pubblico post incarico), del presidente della Federazione Trentina della Casse Rurali Giorgio Fracalossi e del presidente della Camera di Commercio di Bolzano Michael Ebner.
I Fanti saranno poi i protagonisti il prossimo 13 settembre a Castel Condino del Raduno Interregionale del Fanti dedicati alla Brigata dei Lupi di Toscana con la presenza tra gli altri, del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, del presidente nazionale Anf Antonio Beretta, del medagliere (il più decorato d’Italia) con 650 medaglie d’oro al valor militare.
Sono attese le rappresentanze Anf di Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia e di altre regioni del Nord Italia, per un totale di oltre 1.500 persone. La realtà militare del fanti raggruppa Bersaglieri, Granatieri, lagunari, Paracadutisti e anche il Corpo degli Alpini.