Oriente Occidente 2021, Orizzonti Nomadi, 3-12 settembre
Venti tra coreografi e coreografe e altrettante compagnie per 51 eventi: l’orizzonte 2021 di Oriente Occidente
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Gabriela Carrizo & Franck Chartier - Diptych Virginia Rota.
Viaggiare è una necessità comune a tutti gli esseri umani, è la ricerca di un orizzonte, un «altrove» possibile.
Oggi, dopo lunghi mesi di isolamento e di privazione degli spostamenti, il viaggio assume un significato ancor più necessario.
Non si tratta di abbandonare il mondo nel quale ci siamo sentiti imprigionati ma semplicemente di andare «al di là» della propria circoscritta umanità che la pandemia ha reso più stringente.
Isolati, abbiamo avvertito più forte la necessità dell’incontro con l’altro, di conoscere nuovi orizzonti. Sentiamo urgente la voglia di vagabondare, di farci trasportare in luoghi diversi.
Da qui l’idea di un programma contaminato da artisti che, nomadi per natura, rifiutano di radicarsi in un’identità fissa.
Artisti che amano esplorare, trasmettere, entrare in contatto con i territori che attraversano osmoticamente, per dare e ricevere conoscenza.
Artisti desiderosi di lottare, denunciare e di recuperare l’istintività del contatto, peculiare nell’arte della danza. 51 eventi, di cui 37 spettacoli e 14 conferenze a cui si aggiungono tre mostre: una programmazione per rimetterci in viaggio, come comunità.
Il programma è stato ampiamente presentato in conferenza stampa da tutto lo staff guidato dal direttore artistico Lanfranco Cis.
Presenti a inaugurare questa quarantunesima edizione anche il sindaco di Rovereto Francesco Valduga e l’assessora alla cultura della città Micol Cossali.
«Investire nella cultura è fondamentale in questo momento, – ha detto Francesco Valduga, Sindaco di Rovereto. – Il Covid ci ha permesso di riflettere su come migliorare la comunità: abbiamo bisogno della cultura, abbiamo bisogno di occasioni di incontro e confronto.
«Il Festival Oriente Occidente è paradigmatico in questo senso, ci dimostra la capacità di rapporto dentro la nostra terra, nella nostra nazione, ma anche al di là dei confini, così come ci porta a ridefinire occasioni di incontro anche tra i piccoli spazi, tra chi vive nella quotidianità questa stessa comunità.
«E poi Oriente Occidente ci mostra cosa può nascere dall’incontro tra tutta una serie di realtà pubbliche e private e ci parla del grado di collaborazione che esiste in questa comunità, che sa lavorare unita per il bene della collettività.
«Il ringraziamento va a tutti coloro che, con impegno e dedizione, si sono adoperati affinché anche quest’anno si potesse realizzare questa straordinaria kermesse, certi che si rinnoverà il successo di un evento unico nel panorama trentino.»
Ha proseguito l’assessora Cossali: «Vedere il teatro riaperto ci fa ripensare al senso di questo luogo, alla sua ricchezza, come luogo di incontro, come attore sociale a tutti gli effetti, – ha commentato. – Oriente Occidente ci parla della grande capacità di progettazione e di relazioni nazionali e internazionali, merito di un festival che tiene insieme più dimensioni. Ne traiamo beneficio tutti noi come comunità.»
«Tuttavia ci troviamo qui a parlare di una riapertura a lungo desiderata, ma proprio in questi giorni – ha detto Cossali riferendosi all’ordinanza 77 del 2 luglio – è stata emessa una ordinanza provinciale che richiede una certificazione di vaccini per chi vuole assistere a eventi di spettacolo e sportivi, mentre il resto della vita sociale continuerà in altro modo.
«Una ordinanza che mette in difficoltà tutte quelle realtà che si sono impegnate per poter ripartire e offrire cultura sul territorio.
«Capiamo la necessità di garantire la sicurezza, ma questa ordinanza va a scapito di realtà già in ginocchio e che stanno faticosamente tentando di rialzarsi.
«Per questo, come Comune, abbiamo aderito a un appello rivolto al Presidente della Provincia per chiedere una razionalizzazione del decreto che permetta alle associazioni di poter lavorare.»