L’arte che unisce l’Italia – Di Massimo Parolini

«Insieme per la Locride», il Sait e l’istituto delle Arti di Trento e Rovereto

«Credo che l’incontro tra territori diversi e giovani di diversi territori, un contatto con chi è in situazione di maggior difficoltà, con chi ha meno, sia un percorso formativo ed educativo importante: questo progetto che oggi inauguriamo, qui nella sede del Sait, è importante perché dimostra la possibilità di far dialogare diversi territori, non solo sul piano fisico (Rovereto con Trento, per quanto riguarda le opere esposte; il Trentino con la Locride, guardando al gemellaggio nel suo insieme) ma anche da un punto di vista simbolico: si coniuga l’arte con l’economia, in un contesto di solidarietà.»
 
Queste le parole pronunciate dall’assessore alla Cultura del Comune di Trento Lucia Maestri, intervenuta sabato mattina all’inaugurazione della mostra «Insieme per la Locride», presso il Sait di via Innsbruck.
Si tratta di 26 tele (di formato 50x50) di 28 artisti accomunati dall’essere docenti dell’istituto delle arti di Trento e Rovereto (istituti “Vittoria” e “Depero”).
 
«Questo progetto – ha aggiunto Lucia Maestri – è la testimonianza che l’arte può essere lo strumento trainante per l’economia, grazie ad una rete di musei, sedi espositive varie, gallerie, compresa la Galleria civica di Trento che il consiglio comunale sta cercando di salvare.»
 
Un progetto solidale con la Locride ideato dal collega Marcello Valletta (docente di materie letterarie al Vittoria-Bonporti), prematuramente scomparso due anni fa.
Come ha ricordato il dirigente dell’Istituto, Silvio Cattani, l’anno scorso alcune classi del Bonporti (liceo musicale-coreutico da qualche anno annesso al Vittoria) sono state ospitate dall’associazione Don Milani di Gioiosa Jonica, nella Locride, grazie ad un progetto finanziato dal Comune di Trento.
«Ci siamo chiesti come possiamo dare una mano? – Ha esordito Cattani. – Essendo un istituto creativo la risposta è stata immediata: ideando e dando continuità ad un progetto artistico. E così è avvenuto: grazie all’azione organizzativa e di mediazione dei prof. Franco Baldi (docente storico al Vittoria di Laboratorio di oreficeria) e Alberto Larcher (docente storico di Discipline pittoriche nel medesimo istituto) si è trovato nel Sait l’interlocutore privilegiato per dare concretezza al progetto.»
 
Un’alleanza, quella tra Istituto delle arti di Trento e Rovereto e Sait, che, come ha ricordato l’ex Presidente Sait Giorgio Fiorini, si innesta in un’attenzione per l’arte che il Consorzio delle cooperative di consumo persegue da sempre.
«Quando abbiamo iniziato a pensare alla nuova sede – ha puntualizzato Fiorini – non potevamo trascurare questo aspetto, guardando il futuro e puntando sui giovani.»
 
Una volontà perseguita col direttore generale Luigi Pavana e portato ora avanti dal nuovo Presidente, Renato Dalpalù.
«In questo progetto si realizza un connubio tra tecnica e fantasia, – ha detto il direttore. – Oggi più che mai abbiamo bisogno di essere pragmatici ma senza inaridirci sul pragmatismo: ecco che servono menti aperte, un po’ folli, artistiche, per prospettare un futuro migliore.»
 
Gli ha fatto eco l’assessore Maestri, ribadendo come la scommessa vincente del Sait di investire in arte significhi costruire un presente e un futuro nell’ottica dello sviluppo, in un Paese, come l’Italia, che può trovare il suo riscatto economico proprio a partire dallo sviluppo della creatività.
 
Arte, sviluppo economico ma anche solidarietà.
Don Rodolfo Pizzoli (delegato della Diocesi di Trento per i problemi sociali ed il lavoro, ma anche per il tempo libero e il turismo) in qualità di membro del Comitato Trentino-Locride ha ricordato la genesi del gemellaggio tra la realtà trentina e quella calabrese.
 
«Passare dal sogno al segno – afferma il vescovo Giancarlo Maria Bregantini. – Questo è avvenuto in questo progetto, che fa incontrare i giovani dei Centri diurni per minori Don Milani e Pino Puglisi con i ragazzi trentini. Io do qualcosa a te senza perdere niente, io ricevo qualcosa da te facendoti crescere.»
 
I trentini, di origine retica, hanno abbracciato i locresi, discendenti dei greci, abitanti di un territorio disagiato anche per colpa delle scelte politiche di scarso sviluppo fatte subito dopo l’unità d’Italia, ma allo stesso tempo bellissimo, con templi e musei della Magna Grecia, con aree archeologiche scavate per la prima volta proprio dal roveretano Paolo Orsi nel periodo 1908-12: due realtà diverse che da anni si sono abbracciate, grazie a un vescovo trentino in terra di Locride, a un nativo della Locride, Valletta, docente a Trento, in un istituto artistico-musicale e al mondo della Cooperazione trentina: un sogno, forse notturno, che si è fatto segno, con tecnica mista, molto resistente.
 
L’esposizione, sostenuta dagli assessori provinciali Dalmaso (istruzione) e Panizza (cultura), visitabile fino a gennaio nella sede del Sait, sarà poi ospitata a febbraio presso il liceo artistico Vittoria di Trento e a marzo al liceo artistico Depero di Rovereto.
Il catalogo è curato dal prof. di storia dell’arte Pietro Marsilli, che ha illustrato in sala i lavori dei colleghi. 
 
Di Massimo Parolini
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