La notte prima delle elezioni
Per fortuna la vigilia del voto i vari leader non possono parlare – I cittadini chiamati ai seggi elettorali in 1.192 Comuni sono più di 12 milioni
Come sempre, a ridosso delle elezioni consigliamo i nostri lettori di non ascoltare troppo i discorsi dei politici perché potrebbero pensare di essere le persone più intelligenti del mondo.
Letta e Conte continuano a dire di sostenere Draghi, nonostante la presenza della Lega in maggioranza. E sostengono che Draghi deve mantenere in vita il Parlamento fino al 2023, perché sarebbero perdenti.
Salvini e Meloni promettono che non ci sarà un solo euro in più di tasse, come se fosse merito loro, dopo che Draghi ha affermato in conferenza stampa che «nessuno pagherà di più, nessuno pagherà di meno».
Ma fin qui è dialettica parlamentare, mediocre, ma legittima.
Diverso per i colpi bassi scagliati contro i favoriti, che nulla avrebbero che vedere con le elezioni.
Lo spin doctor di Salvini si è dovuto dimettere in circostanze misteriose, la Procura di Milano apre un fascicolo sui presunti fondi illeciti per FdI, Giorgetti (Lega) annuncia che sosterrebbe volentieri Calenda (Azione), un dirigente di Fratelli d’Italia fa il saluto romano, Salvini e Meloni si devono abbracciare in pubblico per dimostrare che vanno d’amore e d’accordo.
E il tutto nell’ultima settimana prima delle elezioni.
In realtà, tutti i discorsi che fanno i politici non hanno un grande valore strategico, perché nelle elezioni amministrative la gente va a eleggere il miglior amministratore, non il miglior partito.
E guardiamoli questi candidati che dovrebbero amministrare per 5 anni le principali città italiane.
A Milano Beppe Sala cerca di mantenere la guida della città per altri 5 anni. E probabilmente ce la fa perché il centrodestra non ha candidato un uomo della stazza di Sala. Luca Bernardo sarà anche una bravissima persona, ma non è conosciuto abbastanza.
Non si possono citare i sondaggi, ma Sala è convinto di venire eletto al primo turno, mentre Bernardo è certo di andare al ballottaggio.
Roma ha in ballo quattro Big. Si fa per dire, dato che uno di questi Big è Virginia Raggi. Ci pare improbabile che venga rieletta, se non altro perché in 5 anni i giornali non hanno fatto altro che parlare male di lei che non sarebbe riuscita a risolvere uno solo dei problemi macroscopici della capitale. E aveva detto di NO alle olimpiadi che fra tre anni andranno invece a Parigi.
Certamente Calenda è un grande amministratore, ma il suo movimento (Azione) è minimale.
Secondo le voci che circolano, si dovrebbe andare al ballottaggio tra l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il candidato del centro destra Enrico Michetti. Quest’ultimo è meno conosciuto di Gualtieri, ma Roma non gradisce molto il centrosinistra.
A Torino si ricomincia da zero. La pentastellata Chiara Appendino ha deciso di non ricandidarsi. Ha fatto bene, visto che anche lei è stata coinvolta in qualche scandalo, più meno pompato dalle opposizioni.
Il M5S ha messo in campo Valentina Sganga, ma la sfida è tra il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo e quello del centrodestra Paolo Damilano. Lo Russo spera di vincere al primo turno, ma sicuramente il moderato Lo Russo ha le sue chance.
A Napoli i pentastellati e i democratici hanno più possibilità perché si sono alleati. E sono anche un banco di prova per verificare se la coalizione giallorossa regge ancora.
In lizza però ci sono anche Bassolino, già sindaco della città, e il magistrato in aspettativa Catello Maresca per il centrodestra. Quest’ultimo è più berlusconiano che leghista o FdI.
Insomma, anche a Napoli è tutto in forse.
Le cose sono più prevedibili per Bologna. Il centrosinistra ha sempre amministrato la città dal dopoguerra in qua (a parte la parentesi Guazzaloca), per cui è difficile che qualcuno riesca a scardinare questa potente tradizione. Molto probabilmente verrà eletto Matteo Lepore.
Il Centrodestra ha candidato Fabio Battistini. Ma i Dem pensano di eleggere il proprio sindaco al primo turno.
I cittadini chiamati ai seggi elettorali in 1.192 Comuni sono più di 12 milioni.
Oltre alle comunali si va a votare anche il consiglio della Regione Calabria e per le suppletive in Parlamento. Tra questi candida anche il segretario del PD Letta.
Si voterà domenica e lunedì (fino alle 15), mentre gli eventuali ballottaggi si svolgeranno il 17 e 18 ottobre.