Dalle Giudicarie alle Ande, la storia di Stefano Marchetti

Sabato 27 aprile l’ex bibliotecario e ora missionario in Bolivia sarà ordinato diacono a Tione per mano del vescovo Lauro

Si annuncia grande festa sabato 27 aprile a Tione e nelle Giudicarie. L’arcivescovo di Trento Lauro Tisi ordinerà infatti diacono il missionario cinquantunenne Stefano Marchetti (foto), nativo di Bolbeno (Comune di Borgo Lares), ex bibliotecario da qualche anno impegnato come volontario in Bolivia, tra le montagne della cordigliera delle Ande.
Stefano sarà ordinato prete nei prossimi mesi in terra di missione e sarà incardinato nella Diocesi di El Alto, suffraganea della Diocesi di La Paz, la capitale boliviana.
 
Laureato in Lettere, Stefano conobbe fin da giovane la terra boliviana grazie alla collaborazione con il gruppo giudicariese dell’associazione «Operazione Mato Grosso», attiva soprattutto nel sostegno alle missioni in Sudamerica.
L’opera di volontariato di Marchetti si è via via intensificata, per poi diventare una vera e propria scelta di vita.
Così, nel 2020, ha deciso di lasciare il lavoro di bibliotecario nella Biblioteca di Condino a Borgo Chiese (e prima a Pinzolo, Roncone e Tione) per dedicarsi a tempo pieno alla missione in Bolivia. In particolare, tra la popolazione Aymara del villaggio di Peñas, in pieno altipiano boliviano a quattromila metri di quota, vicino al lago Titicaca e alle pendici del Chachacomani, uno dei giganti della cordigliera Real nella catena andina.
 
Qui, fin da subito, Stefano ha affiancato padre Antonio Zavatarelli, missionario originario di Menaggio, nel comasco, insignito nell’estate 2019 della Targa d’Argento del Premio Internazionale di Solidarietà Alpina a Pinzolo.
La scelta radicale della missione è diventata per Stefano Marchetti la via per maturare anche la decisione di diventare prete.
Una vocazione adulta che lo ha portato a frequentare il seminario a La Paz e a studiare teologia, pur senza mai interrompere l’impegno tra la gente di Peñas, soprattutto i più poveri.
 
Ritenendo quindi che Stefano, anche grazie ai precedenti studi, fosse ormai pronto per l’ordinazione diaconale, il vescovo di El Alto monsignor Giovani Edgar Arana, d’intesa con l’arcivescovo di Trento monsignor Lauro Tisi, ha proposto al missionario giudicariese di essere ordinato nella Diocesi di origine, per poi ordinarlo, lui stesso, prete diocesano nella cattedrale di La Paz nei prossimi mesi.
Don Lauro imporrà così le mani su Stefano per ordinarlo diacono sabato 27 aprile, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Tione.
 
Pochi giorni fa Il missionario trentino ha scritto una lunga lettera a familiari e amici, spiegando le ragioni della scelta di diventare prete.
«Vedevo chiaro il rischio – racconta – che il lavoro con i ragazzi e con e per i poveri potesse diventare appunto un lavoro, più ricco forse di molti altri ma che non cambiava più di tanto la mia vita.»
 
Di qui la decisione di abbracciare «la prospettiva di regalare completamente la vita, con tutti i miei difetti, errori, limiti e paure, al servizio di qualcosa di molto più grande di me e di regalare, con la mia vita, la speranza grande che per tutti noi esiste un Padre che ci vuole bene ed ha un progetto grande e bello sulla vita di ognuno.»
 
Marchetti, grande appassionato di montagna, si spende insieme a Zavaratelli (soprannominato dai boliviani padre «Topio») anche per formare i giovani come guide alpine, in grado di accompagnare i turisti sulle montagne della cordigliera Real.
Un modo per offrire alle nuove generazioni l’opportunità di un lavoro, in un contesto socio-economico molto problematico.
 
Alla partenza di Marchetti per la Bolivia, nel novembre 2020, parenti, amici e compaesani di Bolbeno si strinsero a lui promettendo di sostenerlo anche con il loro contributo solidale.
Gli aiuti giunti dalle Giudicarie in questi anni hanno consentito alla popolazione di Peñas di completare, tra l’altro, la costruzione della nuova chiesa, cuore della vita comunitaria, inaugurata nel giugno 2021.
 
A Bolbeno vive la sorella di Marchetti, Ilda, che non nasconde l’emozione:
«Stefano – confida – è davvero una persona buona, instancabile, proteso anima e corpo verso gli altri.
«Non pensavo volesse diventare prete, ma così gli sembrava di essere più completo e di potere essere ancora più vicino alle persone. Non vediamo l’ora di riabbracciarlo.»