Un convegno nei 125 anni della Cassa Rurale Vallagarina
«Casse Rurali, il valore della prossimità. Un modello vincente e insostituibile di relazione con il territorio»
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Le banche sono tutte uguali. Oppure no. L’esperienza più che centenaria delle Casse Rurali insegna che la relazione con il territorio e la vicinanza con la propria comunità favoriscono lo sviluppo e mitigano le disuguaglianze di reddito.
Le Banche di credito cooperativo hanno dimostrato di essere flessibili e resilienti, e più efficienti delle banche capitalistiche. Con una grande capacità di sostegno e vicinanza alle esigenze delle famiglie e dell’economia reale e locale, in particolare nei momenti di maggiore difficoltà congiunturale.
La relazione con il territorio delle banche cooperative è stato il tema centrale del convegno organizzato dal credito cooperativo in occasione dei 125 anni della Cassa Rurale Vallagarina presso la distilleria Marzadro di Nogaredo.
«Tutte le impronte positive che riusciremo a lasciare – ha esordito il presidente della Cassa Rurale Vallagarina Maurizio Maffei – anche le più piccole, saranno generative. E dovranno essere impronte economiche, sociali, ambientali e cooperative.»
«Quella delle Casse Rurali trentine è una storia di economia fatta a partire dai territori, – ha affermato il neo vicepresidente della Provincia autonoma e assessore alle attività economiche Achille Spinelli intervenendo in apertura del convegno. – Come Provincia accompagneremo ogni nuova idea che possa portare ancora maggiore dinamismo e attenzione alle realtà territoriali, anche le più piccole.
«Sarà nostro compito alleggerire gli oneri di sistema per le nostre imprese che possono trovare nuovi spazi di crescita.»
«Questo territorio – ha aggiunto il presidente di Federcasse Augusto dell’Erba – è stato plasmato ed è permeato dalla cooperazione.
«Occorre interrogarsi se questo protagonismo delle comunità sarà ancora più capace di intercettare i nuovi bisogni sociali ed economici, soprattutto quelli connessi alle grandi transizioni ecologica, digitale, del lavoro.»
«Abbiamo costruito un modello vincente ed insostituibile che ha saputo resistere ad ogni avversità, – ha affermato il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni. – Esso va difeso ad ogni costo, senza dare nulla per scontato, con una coesione e consapevolezza che dobbiamo imporci a perseguire, anche mettendo da parte personalismi e diversità di vedute, assolutamente democratiche per alimentare il confronto ed il dibattito interno, ma assai pericolose se portate all’esterno, senza trovare soluzioni condivise e senza un approccio determinato e coeso.»
La relazione con il territorio secondo la Cassa Rurale Vallagarina
La Cassa Rurale Vallagarina interpreta la relazione con il proprio territorio anche attraverso due altri istituti: l’associazione ASSeT, rappresentata dalla consigliera Alessia Gasparini, ha l’obiettivo di rileggere la mutualità verso i soci e le comunità locali, sviluppando una fitta rete di relazioni con Comuni, cooperative, scuole che hanno dato vita a numerose iniziative e progetti sul territorio.
Di più recente costituzione la Fondazione Cassa Rurale Vallagarina, presieduta da Gianni Tognotti: «la Fondazione si vuole misurare con un ruolo catalizzatore di opportunità, con uno sguardo ampio su progetti di rilevanza per impatto sociale ed economico, valorizzando ciò che i diversi territori già esprimono in termini di progettualità, coesione sociale e capitale umano».
Banche piccole, ma con regole da grandi
Sulle banche cooperative, tendenzialmente di piccole dimensioni perché molto radicate nei loro territori di operatività, pesano i regolamenti europei che tendono a uniformare un sistema di regole uguale per tutti gli operatori, grandi e piccoli. Questo significa che le banche di ridotte dimensioni sono assoggettate - con poche eccezioni - alle stesse regole delle grandi.
Un fronte della proporzionalità delle regole è fortemente impegnata Federcasse, l’associazione che rappresenta le banche cooperative italiane con 1,4 milioni di soci.
Per il direttore generale Sergio Gatti qualcosa sta cambiando a livello europeo, con risultati positivi ma ancora non sufficienti: «resta centrale per la cooperazione di credito il poter affermare la propria specificità normativa, tecnica e organizzativa nei confronti dei legislatori, dei regolatori e dei supervisori europei.
«Abbiamo ulteriori aspettative per tre ragioni: i connotati normativi; le esternalità positive che generano le BCC e le CR (dalla riduzione delle disuguaglianze di reddito alla capacità di diffondere capillarmente le misure di politica economica in caso di crisi sistemiche); le loro performance nel mercato: crescita delle quote di mercato nel credito a imprese e famiglie, buona qualità del credito, forte solidità patrimoniale.»
Sull’essere banca di relazione la responsabile del servizio analisi economica di Federcasse Maria Carmen Mazzilis ha scritto un libro che documenta con dati, analisi ed indicatori il ruolo prezioso che nell’ultimo ventennio è stato svolto dalle banche di credito cooperativo che, nel susseguirsi di una serie di crisi economiche senza precedenti, hanno continuato a finanziare l’economia delle zone di insediamento.
In Trentino i prestiti alle famiglie nell’ultimo triennio sono cresciuti del 4,2%. In crescita anche l’utile, +7% in Trentino a giugno rispetto ad un anno prima.
Misurare la sostenibilità
Dal 2016 è obbligatorio per le aziende e le banche di maggiori dimensioni presentare la Dichiarazione Non Finanziaria che fotografa la strategia relativa alla responsabilità sociale.
«Anche il gruppo Cassa Centrale Banca – ha affermato Lorenzo Kasperkovitz, responsabile relazioni esterne e sostenibilità di Ccb – ha implementato la propria rendicontazione, in cui si riportano aspetti di carattere sociale e ambientale, con focus sulle politiche di sostenibilità aziendale, sulle modalità di gestione del personale e sull’impegno nella lotta alla corruzione e rispetto dei diritti umani.»
La Federazione Trentina della Cooperazione è impegnata da anni sui temi della rendicontazione sociale d’impresa insieme al dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento.
«Questa collaborazione – ha detto la referente del progetto Jenny Capuano – ha portato alla strutturazione di un vero e proprio framework di riferimento, il DialCooRe (Dialogic Cooperative Reporting) un modello di analisi scientifica finalizzato alla valutazione e rendicontazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nell’operatività e nella strategia aziendale.»