Savoi insulta volgarmente Alessia Ambrosi e Katia Rossato
Montano le proteste e alla fine Savoi si dimette dalla presidenza della Lega Salvini Trentino – Commenti di Kaswalder, Segnana, Bergamo, Rossi, Coppola e Simoni
Il consigliere provinciale Alessandro Savoi aveva apostrofato volgarmente Alessia Ambrosi e Katia Rossato che avevano lasciato la Lega Salvini Trentino.
Questa la frase infelice.
«E niente... Nella vita, come nella politica, i leoni restano leoni, i cani restano cani... E le troie restano Troie».
Ovviamente la battuta era indegna di un consigliere provinciale, oltretutto presidente della Lega Salvini Trentino, per cui sono montate immediatamente le proteste della gente perbene.
Di seguito riportiamo i commenti principali giunti in redazione, qui aggiungiamo che alla fine Alessandro Savoi si è dimesso dalla presidenza del partito con queste parole:
«Io sottoscritto Alessandro Savoi, presidente della Lega Salvini Trentino, con la presente rassegno le dimissioni dal ruolo di presidente del partito, onde evitare strumentalizzazioni politiche che possano recare danno alle battaglie della Lega sul territorio locale e nazionale.
«Nel rassegnare le dimissioni, mi assumo la responsabilità delle mie parole - che sono il primo a riconoscere frutto di un grave errore - e formulo le mie scuse a quante si sono da esse sentite offese nella loro dignità personale, prima che politica e istituzionale.»
Secondo noi, tuttavia, non bastano le dimissioni dal partito. Un consigliere provinciale rimane consigliere anche quando non è nell’emiciclo. La presidenza del Consiglio provinciale dovrebbe sanzionarlo per aver offeso l’istituzione.
Partiamo proprio dal commento di Walter Kaswalder.
Walter Kaswalder, presidente del Consiglio provinciale.
Sul più diffuso social media si è registrato oggi un inaccettabile commento a firma di un consigliere provinciale e riferito ai più recenti spostamenti di formazione politica da parte di altri membri dell'assemblea legislativa trentina.
Lo sfogo di Alessandro Savoi supera il più elementare limite di rispetto verso le scelte altrui e di continenza delle opinioni, per di più con una deriva di tipo sessista.
Nel mio ruolo esprimo solidarietà alle consigliere prese di mira ed esprimo totale dissenso verso questo modo di interpretare il confronto politico.
Segnana: «Parità di genere: la politica deve dare il buon esempio»
«Ci sono scelte che fanno discutere e questo è normale. Ma se la discussione degenera in offesa questo non va bene. Se poi l'offesa degenera ulteriormente nel sessismo, allora non può che esserci il rifiuto categorico.»
L'assessore provinciale alla salute e alle pari opportunità, Stefania Segnana affida a queste parole il commento al dibattito legato alle recenti scelte politiche di due colleghe in Consiglio provinciale.
«La mia vicinanza a tutti i soggetti protagonisti di questa vicenda non può far venir meno la mia responsabilità e soprattutto le mie profonde convinzioni che solo un totale rispetto fra i generi può generare una reale parità. Non solo per le donne, ma per tutta la nostra società.»
Luciana Grillo, paladina della parita di genere.
La nostra giornalista che si occupa di letteratura di genere, si è dichiarata «vivamente disgustata».
Quando lo ha saputo si trovava in un incontro con le psicologhe al gruppo Soroptimist Trento, presso le quali ha riportato il fatto increscioso.
Si è riservata di parlarne domani in occasione delle celebrazioni della Giornata della Poesia…
Roberta Bergamo, Vicesegretaria politica PATT, e Simone Marchiori, Segretario politico PATT.
Solidali con Ambrosi e Rossato alle quali il Presidente della Lega ha riservato un giudizio scurrile volgare e totalmente fuori luogo. Inaccettabile!
È ora di smetterla di paragonare la donna che ha un pensiero diverso a una poco di buono. Il cambio di partito di Rossato e Ambrosi (come quello di molti altri) può non essere condivisibile e aprire il dibattito su cosa significhi rappresentare un partito e gli elettori che lo sostengono, ma ciò non può essere un alibi per giustificare la violenza e l'inadeguatezza del linguaggio.
Ma se già tutto ciò è grave, a peggiorare le cose è il ruolo istituzionale che il consigliere Savoi riveste: non è più tollerabile accettare un simile linguaggio da chi siede in rappresentanza della massima istituzione locale ovvero il consiglio provinciale!
Auspichiamo una presa di posizione forte a tali atteggiamenti e linguaggi da parte della sua squadra, in modo particolare da parte del presidente Fugatti.
È urgente che la politica tutta si faccia un esame di coscienza e si impegni a usare un linguaggio civile e rispettoso. Il confronto politico deve concentrarsi sui temi non travalicare mai, in nessun caso, nella sfera personale.
Quella di Savoi è la punta dell'iceberg si un problema più serio e profondo.
Ugo Rossi.
Solidarietà alle consigliere Rossato e Ambrosi.
Anch’io sono stato bersaglio in passato di frasi di dileggio e offese da parte del Consigliere Savoi, presidente della Lega trentina, ma a questo livello non pensavo fosse possibile arrivare.
Qui le opinioni e le differenze politiche non contano.
La Lega governa il Trentino, il presidente Fugatti intervenga.
Lucia Coppola: «Le dimissioni non bastano»
Le dimissioni da presidente della Lega trentina del consigliere Alessandro Savoi e la presa di posizione forse un po' tardiva del presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, non cancellano la gravità del linguaggio sessista e offensivo usato dal consigliere provinciale sui social nel definire due consigliere che sono passate ad altro partito.
Assordante è finora il silenzio del presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, del cui partito Savoi è noto e storico esponente.
La piena solidarietà mia e dei Verdi del Trentino va ad Alessia Ambrosi e Katia Rossato, vittime di una intollerabile violenza verbale.
Un uomo delle istituzioni che trascende in questo modo denota una cultura misogina e maschilista e una interpretazione del suo ruolo istituzionale che non può che essere condannata in modo forte e convinto.
Da consigliera provinciale di minoranza devo purtroppo denunciare che l'uso improprio di gesti e parole in Consiglio Provinciale è stata sin qui troppo tollerata e consentita e questi sono i risultati. Raramente e blandamente stigmatizzata.
Lo sprezzo per le scelte di due consigliere, se pure non condivise, vanno rispettate.
Questa è purtroppo, ancora una volta, l'immagine deteriore della politica e delle istituzioni che viene consegnata all' opinione pubblica proprio da chi dovrebbe garantirne l'onorabilità.
Auspico perciò nel prossimo futuro che la gestione dell'aula, anche sulla base di questo ennesimo episodio, sia più attenta e stringente. Più severa.
Educazione e rispetto reciproco sono davvero le condizioni minime affinché la normale, e pure auspicabile, dialettica politica non trascenda mai.
Roberto Simoni, presidente della Cooperazione trentina
Ci auguriamo che il commento espresso ieri sera via social dal consigliere provinciale Alessandro Savoi, presidente della Lega Salvini Trentino, non sia vero, e che lo stesso chiarisca al più presto che questo non è il suo pensiero.
Purtroppo, man mano che le ore passano, dobbiamo constatare che le inqualificabili frasi violente, volgari e sessiste appartengono al suo modo di analizzare la situazione politica e le relazioni istituzionali.
Se è così, qualsiasi cooperatore e cooperatrice, ma verrebbe da dire qualsiasi cittadino, dovrebbe sentirsi offeso ed umiliato per tale incontinenza da tastiera.
Il rispetto delle persone, specie se donne, come anche i recenti casi di cronaca consigliano, dovrebbe essere al primo posto nel modo di operare di qualsiasi esponente delle istituzioni, che indipendentemente dal partito in cui milita dovrebbe rappresentare la comunità e tutelare il rispetto delle normali regole di convivenza.
Quando questo non accade, occorre indignarsi e suonare un campanello di allarme sulla qualità del dibattito pubblico e sull’adeguatezza dei nostri rappresentanti.
Il mondo cooperativo non può accettare che tali provocazioni rimangano sottotraccia, o giustificate dal carattere esuberante di questo o quell’esponente politico.
Ci aspettiamo che la prima censura - e azioni conseguenti - arrivi proprio dagli stessi colleghi del consiglio e del partito, che ha tra l’altro la più alta responsabilità di governare questo territorio.