«Turchia in Europa, una grande opportunità perduta»
Rapporto Turchia-Europa: se ne è parlato con Antonio Spilimbergo e Sinan Ülgen, coordinati dal giornalista Marco Ansaldo
L'Europa non è mai riuscita ad abbracciare la Turchia senza ambiguità. Quando sono stati avviati i colloqui di adesione all'Unione Europea, il 74% della popolazione turca era a favore di questo scenario. Poi l'approvazione pubblica è scesa enormemente e il governo turco non ha più sfruttato il sostegno iniziale.
Oggi il Paese è nel bel mezzo di una battaglia ideologica e il governo turco sostiene la visione di una Turchia come potere indipendente e non membro dell'Europa.
Questo significa sprecare un'opportunità importante. Per l'Europa, ma anche per la Turchia che potenzialmente avrebbe potuto dimostrare che l'Islam è compatibile con democrazia e modernità.
La Turchia ci guarda dalle prime pagine dei giornali, accade sempre più di frequente, è una costante sui media, e la guardiamo pure noi, con estrema attenzione, perché è diventata un Paese centrale nell'economia internazionale, per una molteplicità di ragioni.
Non solo per la sua importante posizione geo politica e geografica, o perché Istanbul è una grande capitale internazionale sebbene non sia capitale della Turchia, unica città al mondo che poggia su due continenti.
Ma anche per il problema incandescente dei migranti, per il confronto di due mondi diversi Occidente e Oriente, per il dibattito molto acceso su culture e fedi diverse che spesso non riescono a dialogare e ad interagire senza difficoltà.
La Turchia preoccupa inoltre, per la spinta autoritaria che riguardano la libertà di espressione. Sta vivendo due guerre, una interna, quasi nascosta, col PKK, che si è spostata dalle montagne alle città, e una esterna, in Siria, contro il Califfato islamico.
Quale è quindi, il rapporto attuale che lega Europa e Turchia? Sinan Ülgen parla di una Turchia che dopo 22 negoziati per entrare nell'Unione Europea con esiti di successo, oggi vive uno scenario diverso, con la concreta possibilità di un grave insuccesso.
I rapporti della Turchia con l'Europa si sono basati sempre su una serie di obiettivi, primo tra tutti l'adesione all'Unione Europea.
Diversamente dagli altri Paesi aderenti, l'Europa però, non è mai riuscita ad abbracciare la Turchia senza ambiguità, e quindi il Paese è bloccato nei suoi negoziati di adesione.
Per una serie di motivi, come fattori economici, resistenze turche ma anche europee di coloro che vogliono un'Europa più federale.
Da parte dell'Europa, non c'è mai stata una vera e propria accoglienza nei confronti della Turchia, che da parte sua, ha però delle responsabilità importanti.
Quando sono stati avviati i colloqui di adesione, il 74% della popolazione turca era a favore di questo scenario.
Poi l'approvazione pubblica è scesa a picco e il governo turco non ha più sfruttato l'enorme sostegno iniziale.
Oggi il Paese è nel bel mezzo di una battaglia ideologica, uno scontro di valori, sul desiderio di organizzare la società, sul futuro del Paese che inevitabilmente riguarda l'adesione all'Europa.
I giovani hanno perso qualsiasi illusione rispetto all'Europa, e credono che gli europei non li accetteranno mai.
Oggi solo il 50% della popolazione vuole entrare in Europa. E solo il 20% ci crede davvero.
L'entrata della Turchia in Europa non è più credibile. Questo è il dato drammatico.
La politica ufficiale del governo turco parla di adesione ma nella realtà, nell'effettivo comportamento, l'agenda non converge verso questo obiettivo. Il governo sostiene una visione di una Turchia come potere indipendente e non membro dell'Europa.
Questo significa sprecare un'opportunità importante. Per l'Europa, perché non essendo riuscita ad abbracciare la Turchia e avendo lasciato spazio a questa delusione, ha fatto sì che l'Europa non riuscisse a dimostrare la sua maturità basata sull'apertura ad un paese mussulmano.
Ma è un'opportunità persa anche per la Turchia che potenzialmente avrebbe potuto dimostrare che Islam è compatibile con democrazia e modernità.
Per il futuro si prospettano due scenari: se tutto rimane immutato, la Turchia avrà difficoltà a definire i suoi rapporti con la Russia e vedrà l'Europa come una rivale.
Un secondo scenario, dopo il 23 giugno, più ottimistico, ipotizzabile con l'uscita del Regno Unito dell'Europa, porterebbe inevitabilmente ad intensificare i rapporti tra i due Paesi.
In definitiva, le dinamiche che in questi anni si sono sviluppate, hanno portato ad un pessimo equilibrio tra Turchia e Europa, dove a perderci sono entrambe. A meno che non si riesca a riscrivere il futuro.