Rovereto ricorda, per non dimenticare mai – Di Paolo Farinati
Giornata della Memoria: la Città della Pace, come ogni anno, si è resa protagonista e promotrice di più iniziative
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Giovedì 27 gennaio 2022, in tutto il mondo si è celebrata la Giornata della Memoria, per ricordare l’olocausto e le vili stragi di milioni di vite da parte del nazismo e del fascismo.
Anche Rovereto, Città della Pace, come ogni anno, si è resa protagonista e promotrice di più meritorie iniziative. Il tutto grazie all’Amministrazione comunale, alla Comunità di Valle della Vallagarina, alla Fondazione CARITRO, alla Sezione cittadina dell’ANPI «Angelo Bettini», delle molteplici Sezioni locali degli Alpini e di altri Corpi Militari, della Croce Rossa e di vari altri soggetti volontari.
Al mattino, grazie al prezioso lavoro del Laboratorio di Storia di Rovereto, alla disponibilità dei giovanissimi attori del Collettivo Clochart, ben diretti dal regista Michele Comite, molte classi degli Istituti superiori della città hanno potuto assistere presso il Teatro «Riccardo Zandonai» allo spettacolo «Babij Jar Storia di un massacro senza fine».
Rappresentazione molto toccante, sul massacro di ebrei e di oppositori circa centomila, avvenuto a Babij Jar (Kiev - Ucraina) a partire dal 1941 per mano dei nazisti e dei collaborazionisti ucraini. Il più grande eccidio di civili perpetrato nel corso della seconda guerra mondiale fuori dai campi di sterminio, il più dimenticato e nascosto.
A rammentare quell’eccidio di massa rimangono però lo straordinario romanzo «Babij Jar» di Anatolij Kuznecov e la 13ª Sinfonia, o quanto meno il 1° movimento, che il compositore russo Dimitri Shostakovic realizzò nel dopoguerra su un testo del poeta Evgenij Evtušenko. A questi tre autori, e al loro sforzo di ricordare, si rifà il lavoro del capace Laboratorio teatrale studentesco.
Ad accompagnare le emozionanti scene teatrali le musiche di Dmítrij Šostakóvi? e del maestro Marcello Fera, eseguite da La Piccola Orchestra Lumière, dal Coro Sant’Ilario col Maestro Federico Mozzi e dal basso solista Ludovico del Pra.
Le coreografie sono state studiate da Hillary Anghileri e la scenografia è nata da un progetto imponente di Tazio Emanuele Leoni: alta 5 metri e lunga 12 metri rappresenta la parete del burrone di Babij Jar, una presenza inquietante e carica di drammaticità sullo sfondo del Teatro «Zandonai». Per la realizzazione della scenografia hanno lavorato oltre 10 giovani volontari e l’Associazione Delicius, ospitati in una sala comunale del Comune di Besenello.
Lo spettacolo è stato riproposto alla sera, in un teatro «Riccardo Zandonai» pieno come in poche occasioni.
Tornando al pomeriggio, alle sedici parecchie decine di persone hanno assistito all’annuale cerimonia di ricordo degli Internati davanti al monumento a loro dedicato in Piazzale Paolo Orsi. Presenti i rappresentanti di tutte le Sezioni degli Alpini di Rovereto e della Vallagarina, dei Marinai, dell’Aviazione, della Croce Rossa, dei Vigili del Fuoco, inoltre autorità istituzionali, militari e molti semplici cittadini.
«Ricordare è un dovere individuale di ognuno di noi e collettivo di tutta la nostra comunità, per far sì che nulla di quei fatti tragici e vili abbia a ripetersi. Per non dimenticare!» – ha pronunciato il Sindaco Francesco Valduga dopo la deposizione della corona. Gli ha fatto eco Mara Rossi, Presidente della Sezione «Angelo Bettini» dell’ANPI di Rovereto e della Vallagarina, che ha ringraziato tutti gli enti e le persone che hanno reso possibile l’organizzazione di questa intensa riuscita giornata.
A seguire alle 17.30’, presso il Palazzo del Ben, sede di Rovereto della Fondazione CARITRO, si è tenuto un interessante partecipato incontro dal titolo «Le ceneri di Babij Jar. Storia, memoria e rimozione di un eccidio (Kiev – Ucraina dal 1941 al 1943)», con le esclusive testimonianze e riflessioni di Antonella Salomoni, Marcello Flores e Quinto Antonelli.
Fino al 30 gennaio è visitabile la Mostra «Almeno i nomi (e i volti) - Civili trentini deportati nei lager del Terzo Reich e di Bolzano», presso l’Urban Center in Galleria Kennedy in Corso Rosmini 58.
Paolo Farinati