«Biden torna alle origini della socialdemocrazia americana»

Rampini al Festival dell'Economia non lascia dubbi: gli USA hanno messo il turbo

L'analisi di Federico Rampini è stata chiarissima: la nuova America di Joe Biden ha messo il turbo. La ripresa (iniziata lo scorso autunno) è anche la conseguenza di un incredibile errore degli economisti che un anno fa avevano teorizzato la grande depressione come conseguenza della pandemia.
Su questo Biden ha avuto gioco facile perché ha impostato una manovra di 1.900 miliardi di dollari con la quale ha soddisfatto sia il ceto medio che i più poveri.
Il ritorno allo Stato, tema di quest'anno del Festival dell'economia, negli Usa in realtà è iniziato con la crisi del 2008 con un ripensamento (partito dalla Cina) dei modelli economici e verrà ulteriormente rafforzato con una manovra di altri 4 mila miliardi prevista da Biden. Ma non mancano resistenze fortissime.
 
Rampini, lo ha ricordato l'editore Giuseppe Laterza, è ospite fisso del Festival fin dalla prima edizione del 2006 «e le sue analisi lucide ci aiutano a capire non solo la storia ma i nuovi futuri scenari».
Subito Rampini è andato al nocciolo della questione evidenziando come Biden in realtà ha rafforzato, con le sue scelte economiche e politiche, il ritorno allo Stato iniziato con la crisi del 2008 quando si iniziò a ripensare un nuovo modello economico per gli Usa.
«L'America vive un boom con il turbo, una ripresa forte e vivace che ha preso alla sprovvista il Paese. L'errore degli economisti che un anno fa annunciavano l'arrivo della grande depressione è stata la vera fortuna di Biden, – ha spiegato Rampini. – Ha fatto una manovra di 1.900 miliardi che ha reso tutti più ricchi di prima, ha distribuito reddito anche a chi non ne aveva bisogno.
«Il new new deal di Biden prevede interventi massicci nel sociale e nelle infrastrutture puntando sulla sostenibilità ambientale.»
 

 
Ma attenzione però: se tra due anni Biden dovesse perdere le elezioni di mezzo termine non avrà più la sua piccola maggioranza e il suo deal perderà parecchi pezzi.
Per ora vive la soddisfazione dell'accordo raggiunto oggi dai G7 sulla global minimum tax al 15%". Il presidente Usa, ha spiegato il giornalista e scrittore, vuole tornare alle origini della socialdemocrazia americana ma guarda più al modello cinese che non a quello europeo.

«L'Europa non gode di una buona immagine agli occhi degli americani soprattutto dopo a gestione della pandemia e delle vaccinazioni.
«La Cina, invece, è un modello forte: fa politica industriale, tantissima ricerca e il welfare assomiglia a quello americano. «Usa e Cina sono la culla dei colossi tecnologici mentre l'Europa è terra di conquista.
«Se l'aumento del Pil negli Usa sarà superiore alle previsioni dopo l'uscita dalla crisi lo si deve anche al ritorno dello Stato che ha un ruolo propulsore nella spesa pubblica: ma c'è il rischio - ha ammonito Rampini - di avvitarsi verso una nuova crisi. Le resistenze al ritorno dello Stato, una tendenza chiara, sono tantissime anche perché dove ha governato la sinistra tante cose non hanno funzionato a dovere.
«Sinistra e grande capitalismo sono una cosa sola e prima o poi il capitalismo chiederà conto a Biden.»
Una lode al Festival dell'economia in conclusione.
«Questi festival, e voglio includere anche altri appuntamenti simili nel nostro Paese, sono un segno di vitalità e di partecipazione dove si formano nuove tendenze culturali. Una grande ricchezza per l'Italia.»