Dobbiamo porre fine alla guerra Russo-Ucraina, a tutti i costi

Deve essere chiaro per tutti che la Russia non può perdere la guerra, anche se è sfinita: tutto il resto viene da solo

La guerra Russo Ucraina deve finire.
Questa è l’unica cosa da fare in questo momento, questo deve essere l’obiettivo da mettere in agenda nel più breve tempo possibile.
L’escalation cui stiamo assistendo giorno per giorno non può che portare danni su danni.
Il prezzo del gas che – al di là delle naturali oscillazioni – continua a crescere, mentre Putin non sa dove mettere il gas e deve bruciarlo, è solo la contraddizione più evidente e che non può lasciare indifferenti neanche i più sfegatati sostenitori dell’una o dell’altra parte.
Non possiamo comunque dimenticare gli altri problemi, come la centrale atomica a rischio, le migliaia di persone uccise (con o senza divisa: non fa differenza), il disastro della carestia mondiale, il rischio della soluzione finale, quella atomica.
 
È chiaro che la Russia ha sottovalutato enormemente la situazione quando ha attaccato l’Ucraina. Pensava di chiudere la questione in pochi giorni, mentre a sei mesi dall’inizio delle ostilità è tutto come prima.
Mosca non era preparata né attrezzata per una guerra così lunga. Si trova impantanata come accadde quando invase l’Afghanistan.
Ma soprattutto non si aspettava una mobilitazione così imponente del Mondo occidentale, che ha imposto sanzioni in grado di mettere in ginocchio qualsiasi potenza. Le sole banche russe avrebbero perso 25 miliardi di dollari.
 
Dall’altra ci siamo noi. È più che comprensibile che l’Unione Europea abbia reagito in maniera pesante, dato che un’invasione nuda e cruda di uno stato sovrano che confina con noi non poteva che mettere a rischio l'intera democrazia del continente. Per gli stessi motivi, gli USA non potevano che affiancarsi all’Europa.
Però non potevamo non capire che ad ogni mossa europea ci sarebbe stata una contromossa da parte russa. E questa si chiama escalation.
Non stiamo a ricostruire le mosse di Russia e UE, ma cerchiamo di non meravigliarci se non si ottengono risultati. Anzi, peggioriamo la situazione.
 
Come ha detto più volte anche Romano Prodi, che è stato apprezzato Presidente della Commissione Europea, la UE – e ancor meno la Nato – non doveva approfittare della situazione creata dal compianto Gorbaciov. Gli stati confinanti con la Russia dovevano restare neutrali, o perfino nell’orbita di Mosca come la Bielorussia.
Qui non vogliamo affrontare la problematica delle diverse etnie presenti negli stati contesi all’Ucraina, dato che la guerra ha escluso qualsiasi dialettica. Però il problema va affrontato e risolto anzitutto in Casa Europea e poi a livello internazionale.
La Russia – sia ben chiaro – non può perdere la guerra. Le armi che abbiamo mandato sono servite a impedire l’invasione dell’Ucraina (l'Italia ha stanziato 250 milioni), ma dobbiamo fermarci qui.
Insomma, l’Ucraina deve rinunciare a qualcosa. E non è difficile capire cosa.
A partire dalla Crimea, area strategica per la Russia e che è sempre stata russa. Krusciov la regalò all’Ucraina quando l’URSS era sovrana. Cioè quando nessuno poteva pensare che un giorno ci sarebbe stato il crollo sovietico.
Forse a Putin non basta la Crimea, possiamo parlarne.
 
Il Mondo occidentale è in grado di imporre la fine della guerra convincendo da una parte l’Ucraina a cedere e costringendo dall’altra la Russia a deporre le armi. Dobbiamo perfino essere disposti a risarcire l’Ucraina per la perdita delle regioni in questione, così come possiamo ottenere che i popoli appartenenti a quelle regioni contese possano godere di autonomie soddisfacenti per tutti.
Questo è il new deal che il mondo deve imboccare se vogliamo tornare alla civiltà d’un tempo.
E forse serve ricordare che il benessere del nostro mondo è dovuto alla mancanza di guerre nell’antico continente dalla Seconda guerra in poi.

GdM