«Il peso delle parole Libere: conoscere, capire, impegnarsi»

Tre serate in Val di Cembra sul tema della legalità e delle infiltrazioni mafiose

Tutti noi abbiamo in mente gli oratori, luoghi di incontro e di ginocchia sbucciate, ma quale può essere il ruolo di un oratorio oggi?
A Verla di Giovo, in Valle di Cembra, l’Associazione «NOI» rappresenta un presidio educativo partecipato e riconosciuto.
Durante tutta l’estate coinvolge moltissimi bambini e ragazzi in attività ricreative e nei campeggi, attivando anche animatori altrettanto giovani, parte anche loro di una più grande comunità educante.
 
Nel rinnovato ruolo dell’oratorio, ci sono anche progetti di cittadinanza attiva, come quello proposto quest’anno assieme a Libera Trentino e sostenuto nell’ambito del Piano Giovani: Il peso delle parole libere.
L’iniziativa nasce dalla necessità, di giovani e meno giovani, di capire cos’è successo in Valle nelle dirimpettaie cave di porfido, come mai da cittadini ne abbiamo sentito parlare forse poco, com’è stato possibile tutto ciò.
Perché non c’è niente di più pericoloso di qualcosa che non viene chiamato per nome, e agisce indisturbato.
 
A provare a dare una parziale risposta a queste domande saranno gli studenti del Martino Martini con lo spettacolo Perfido, in scena al teatro parrocchiale di Verla stasera, venerdì 17 novembre, alle ore 20.30, seguito dell’intervento di Walter Ferrari del Comitato Lavoro Porfido.
Nello stesso teatro, la comunità incontrerà Andrea Sodano sabato 25 novembre, figlio dell’ex prefetto di Trapani Fulvio Sodano, che nella sua storia ha conosciuto quanto la mafia sappia entrare nell’economia legale e nella politica e ha fatto della suo conoscenza un potete mezzo di sensibilizzazione, per ricordarci che la mafia si sconfigge come lavoratori e cittadini onesti.
 
A seguire, il 2 dicembre sarà ospitata una profonda testimonianza, quella di Margherita Asta, famigliare di vittime innocenti di mafia della Strage di Pizzolungo, per ricordarci che «Non esiste un posto sbagliato, un momento sbagliato per una vittima innocente. Al posto sbagliato, al momento sbagliato, ci sono sempre e comunque gli assassini, i mafiosi e i criminali».
In parallelo un gruppo di 30 giovani dai 16 ai 20 anni verrà coinvolto in un percorso di approfondimento assieme all’associazione Libera, che si concluderà con una tre giorni nella città di Napoli, per conoscere persone che hanno scelto «L’associarsi quotidiano» per fare antimafia, per dare un nuovo significato ai beni confiscato, per ricordare che il cambiamento è fatto di quotidiane azioni concrete.