Un salvagente «a chi viene da molto lontano»
Il senatore Stefano Esposito ha trovato il modo di cancellare l’autonomia del Trentino «che costa allo Stato 5 miliardi l’anno» (sic!)
La periodicità con cui qualche politico, solitamente male informato, si permette di sparare contro le autonomie del Trentino e dell’Alto Adige è così regolare da poter essere definita stromboliana.
Ma l’ignoranza è trasversale, cioè è diffusa un po’ presso tutti i partiti del Bel Paese. Calderoli un giorno ebbe a esclamare «Ebbasta!» di fronte al miliardo che lo Stato doveva destinare al Trentino in seguito a ripetuti rinvii di partite di giro. Ovviamente fu messo subito a tacere dai suoi collaboratori, ma si era comportato proprio come il debitore medio italiano che, oltre a odiare il suo creditore, comincia a pensare di non dovergli proprio niente.
Un giorno la presidente di una provincia piemontese aveva protestato perché, a parità di abitanti, il Trentino aveva un budget 25 volte superiore al suo. Non avevamo mancato di elencare le cose che dovevamo fare in più di lei con i nostri soldi, a partire dalla sanità per proseguire alle scuole, alla forestale, le strade, i bilanci dei comuni… Non è detto che l’abbia capito, sia ben chiaro.
Una ministra dell’Istruzione, giunta a Riva del Garda per un intervento mirato, aveva apostrofato gli enti locali che «continuano a bussare cassa a Roma».
Forse non si rivolgeva ai trentini (o forse sì), ma era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Trento non bussa mai cassa a Roma: semmai è Roma che prova a taglieggiarci. E comunque ce la caviamo benissimo lo stresso da soli.
Di fondo, l’errore di concetto nei confronti di tutti gli enti locali: i soldi dello Stato arrivano dai territori del Paese o crescono sugli alberi?
Ultimamente avevamo ascoltato la ministra Boschi, che aveva detto che le Autonomie sono «anacronistiche, superate». Non aveva spiegato il perché, ma forse non lo sapeva neppure lei. L’aveva sparata per fare colpo all’assemblea del PD.
Certo è che quando venne a Trento al Festival dell’Economia per sostenere il referendum sulle sue riforme, aveva cambiato registro, affermando che eravamo «un esempio da seguire».
E arriviamo ai giorni d’oggi, quando il senatore Stefano Esposito - vicepresidente della Commissione lavori pubblici – ha avuto occasione di sparare la sua alla trasmissione de La 7, «L'aria che tira» diretta da Myrta Merlino. Ha sostenuto che tra le cose da cambiare subito c’è il Trentino che «agli italiani costa 5 miliardi l'anno - un’Autonomia a spese degli italiani». Insomma, «dobbiamo togliere questi privilegi».
Anche in questo caso, come avrebbero detto gli antichi Romani, «o è balordo o viene da molto lontano»…
Francamente ci pare impossibile che Esposito non sapesse che il Trentino spende solo il 65% del gettito fiscale che produce. Leggere la sola voce passiva di un bilancio è un errore tipico di chi è abituato a spendere i soldi senza averli.
Ma il senatore ha voluto mettere la ciliegina sulla torta, precisando che per risolvere il «problema» delle autonomie drasticamente è pronto a promuovere un referendum abrogativo.
Ora, visto che i referendum per abrogare leggi costituzionali non sono ammissibili, per restare nel motto degli antichi Romani, pensiamo che il senatore venga proprio da molto lontano.
Ma l’aspetto che più suscita la nostra sensibilità, non è tanto il fatto che proprio quelle sinistre che negli anni Settanta avevano voluto le Regioni stiano cercando oggi di rimettere il dentifricio dentro al tubetto. Ci meravigliano piuttosto i conduttori televisivi che non sono in grado di fare i moderatori.
Prima della Merlino, che ieri non è stata in grado di raddrizzare il tiro al senatore Esposito, c’è stato Giletti. Noi lo avevamo attaccato e lui si era preso la briga di telefonarci per chiederci spiegazioni. Noi gliele abbiamo date e abbiamo apprezzato la buona volontà dimostrata.
Non ci aspettiamo che la Merlino si prenda la briga di chiamarci.
Ma a tutti i colleghi che fossero legittimamente presi da qualche dubbio, ci permettiamo di dire di non esitare a chiederci qualcosa.
Un salvagente lo gettiamo sempre a tutti. Anche a coloro che vengono da molto lontano.
Guido de Mozzi