Il ruolo e il patrimonio di Trento e Rovereto – Di Paolo Farinati

Le due città danno risposte anche a moltissimi cittadini di altri Comuni in merito al lavoro, alla sanità, all’istruzione, ai servizi sociali, alla mobilità e altro

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Le risorse finanziarie a disposizione di una comunità, piccola o grande che sia, è certamente un tema importante per alzare la qualità della vita e per creare nuovo benessere in quella stessa comunità. Ma prima di tutto ciò, viene il fatto che quella stessa comunità abbia idee e visioni in merito al suo presente e al suo futuro. In altre parole, individuate le esigenze e le priorità, le necessarie risorse si possono e si devono trovare. Certo, ci vogliono conoscenza, lungimiranza, determinazione e coraggio per dare corpo e sostanza agli investimenti ritenuti necessari.
 
Da poche settimane, con mio grande onore, sono tornato dopo quasi 15 anni a far parte del Consiglio comunale di Rovereto. Questa breve riflessione sulle risorse finanziarie disponibili per i Comuni, in particolare per i nostri Comuni trentini, la ritengo necessaria e doverosa da farsi proprio ad inizio della Consigliatura. Da già Assessore anche alle Finanze del mio Comune dal 2005 al 2010, con Sindaco il prof. Guglielmo Valduga, con l’allora Giunta comunale abbiamo vissuto le difficoltà inerenti la poca autonomia finanziaria riservata ai Comuni. In quei cinque anni era stringente il «Patto di Stabilità» europeo e nazionale, a cui si doveva attenere responsabilmente anche la finanza locale.
 
Tuttavia, fummo capaci di fare ben 184 milioni di opere, da asili nido a scuole elementari, da scuole medie a Casa Depero, più quasi 20 milioni di euro posti nel cantiere del Teatro Zandonai, poi la sistemazione di Corso Rosmini e Corso Bettini, il via urbanistico e finanziario al proficuo utilizzo degli 11 ettari strategici di Manifattura Domani, il voto a favore della fusione tra il Gruppo Dolomiti Energia e Tecnofin Strutture al fine di avere il controllo delle maggiori centrali idroelettriche del Trentino, con benefici economici, ambientali e occupazionali concreti e duraturi.
 
Con il Comune di Trento, in particolare con l’allora Assessore al Bilancio dr. Maurizio Postal, mettemmo in campo un’azione unitaria nei confronti della Provincia Autonoma di Trento e del Consorzio dei Comuni Trentini.
Alle due principali città del Trentino fu giustamente riconosciuto un ruolo che andava ben al di là dei propri confini e del numero dei propri abitanti. Tutto questo senza penalizzare minimamente gli altri Comuni della nostra Provincia.
 
Non conosco l’iter seguito in questi quasi tre lustri dalla PAT nel suddividere le risorse tra i Comuni. Certo è che sempre più si sono alzate in questi anni le lamentele da parte dei Sindaci, incapaci sempre più di dare risposte ai loro cittadini, sia nei servizi che negli investimenti. La pessima situazione del bilancio italiano la conosciamo assai bene, ma questo non deve pregiudicare il merito di chi può spendere con diligenza in favore della propria Comunità.
 

 
Qui torna in gioco la capacità di aver dato vita in passato ad una responsabile allocazione delle risorse, che oggigiorno ci potrebbe permettere una spesa, sia corrente che in conto capitale, maggiormente rispondente alle attese dei cittadini. A tal proposito, le città di Trento e di Rovereto, hanno in sé meriti e possibilità di poter spendere di più e meglio.
Faccio un solo semplice esempio: le due città detengono, direttamente e indirettamente (tramite FinDolomiti Energia) circa il 20% del capitale sociale del Gruppo Dolomiti Energia, soggetto costruito dal 1998 ad oggi con visione e determinazione, e che ha unito nella gestione dei servizi primari della nostra gente anche gran parte dei Comuni trentini.
 
Ebbene, da un confronto con altre realtà similari e da un’attenta valutazione dei numeri del suddetto Gruppo (patrimonio, produzione, fatturato, dipendenti, qualità dei servizi) quel 20% vale per ognuno dei due Comuni tra gli 800 milioni e il miliardo di euro.
È pure pubblicamente nota la resa annuale derivante da tale patrimonio detenuto da Trento e Rovereto in termini di dividendi.
Tale premessa per affermare cosa? Semplicemente che solo col patrimonio detenuto in HDE Trento e Rovereto, fossero un’azienda o una famiglia, potrebbero disporre di risorse assai importanti, certamente di gran lunga maggiori di quelle che appaiono oggi nei loro annuali bilanci.
 
Le due città, non dimentichiamolo, danno risposte anche a moltissimi cittadini risiedenti in altri Comuni in merito al lavoro, alla sanità, all’istruzione, ai servizi sociali, alla mobilità e altro. Quindi, non si tratta di favorire Trento e Rovereto rispetto agli altri Comuni trentini, ma risulta palese che se le due città alzano la qualità dei servizi offerti migliora inevitabilmente il benessere di moltissimi altri residenti in Trentino.
 
Per tali precise finalità, intravedo e auspico nei prossimi mesi un serio confronto tra i Sindaci di Trento e Rovereto e i vertici della Provincia Autonoma, che possa far addivenire i due maggiori centri urbani del Trentino ad una più consona autonomia finanziaria, unita ad una responsabile superiore capacità di spesa, sia per i servizi che per le opere.
Il merito va riconosciuto anche tra i pubblici Amministratori. Niente regali, niente sperperi: deve prevalere sempre e ovunque il saper fare meglio con le risorse che ci si è conquistate.
 
Paolo Farinati