«Associazione Castelli del Trentino» – Di Daniela Larentis
A Mezzolombardo, giovedì 7 novembre lo storico Alberto Mosca parlerà di numismatica, una storia che corre tra valli del Noce e Piana Rotaliana – L’intervista
Lo storico Alberto Mosca.
Il ciclo di incontri organizzato dall’Associazione Castelli del Trentino, edizione 2024-2025, prosegue con il secondo appuntamento dal titolo «Una storia che corre tra valli del Noce e Piana Rotaliana – La numismatica racconta la storia delle comunità».
La serata, che si terrà giovedì 7 novembre a Mezzolombardo, presso la Sala Spaur in Piazza Erbe, alle ore 20.00, avrà come ospite Alberto Mosca.
Lo storico parlerà del ruolo della numismatica come disciplina che supporta la ricerca storica, offrendo importanti spunti di studio, con un’attenzione specifica all'area trentina e alle valli del Noce.
Da 36 anni l’Associazione Castelli del Trentino è attiva nell’ambito culturale provinciale soprattutto attraverso pubblicazioni, convegni e cicli di conferenze su tematiche storiche e storico-artistiche che vengono seguiti con attenzione dal pubblico e dalla stampa.
Le iniziative proposte godono del patrocinio della PAT e della Regione, sono inoltre riconosciute valide ai fini dell’aggiornamento del personale docente da parte dell’Iprase.
Continua la collaborazione con l’Accademia roveretana degli Agiati e con la Società di Studi trentini di Scienze storiche.
Alcune brevi note biografiche prima di passare all’intervista.
Alberto Mosca, giornalista, direttore della rivista del Centro Studi per la Val di Sole «La Val» e vicedirettore di «NOS Magazine», rivista delle valli di Non e Sole, ha collaborato con testate italiane e austriache.
È autore e copywriter nell’agenzia di comunicazione Nitida Immagine di Cles e responsabile del settore editoriale; insegna teoria e tecniche della comunicazione nella scuola professionale.
Ha collaborato con vari enti, tra cui la Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento e il Castello del Buonconsiglio. È autore di volumi e articoli di storia trentina e tirolese, con particolare attenzione alle comunità rurali e alle famiglie nobili delle valli del Noce (Thun, Spaur, Flavon, de Federicis, Cles).
È socio della Società di Studi trentini di Scienze storiche e della Società Numismatica Italiana. Nel 2017 ha vinto il Premio Letterario NIA di Torino con il volume Archeologia e Numismatica in Val di Sole.
Abbiamo avuto occasione di rivolgergli alcune domande.
Su quali aspetti verrà focalizzata maggiormente l’attenzione durante la serata di giovedì 7 novembre?
«Il tema sarà centrato sul ruolo della numismatica come scienza ausiliaria della storia, capace di dare interessanti elementi di studio anche per quanto riguarda l’area trentina e quella delle valli del Noce.
«La moneta arriva in queste aree intorno al II secolo a.C. ma è interessante vedere quali tipologie si affermano e quale sia il loro ruolo, non solo in termini economici, ma anche culturali, politici, propagandistici, religiosi.
«Ragionamenti che possiamo estendere dall’antichità fino a tutto il medioevo e oltre.»
Quali scoperte numismatiche nelle valli del Noce e Piana Rotaliana hanno particolarmente contribuito a ridefinire la comprensione storica della regione?
«Già nel corso dell’Ottocento alcuni importanti ritrovamenti di tesoretti hanno permesso di tracciare una storia economica e monetaria di queste aree.
«Ma un tempo era più vivo un interesse antiquario, che ha lasciato il posto oggi a un approccio archeologico capace di offrire dati importanti.
«Soprattutto lo studio critico dei materiali conservati nei nostri musei permette di ricostruire le dinamiche commerciali del territorio, quindi del loro sviluppo economico e dei rapporti con le diverse aree d’Europa, complici le varie contingenze politiche e istituzionali.»
Dagli scavi e dalle ricerche più recenti, quali nuovi elementi sulla circolazione monetaria nella val di Sole sono emersi rispetto al passato?
«Nel volume Archeologia e numismatica in Val di Sole, che ho curato con Nicoletta Pisu e che ha vinto il premio nazionale NIA nel 2017, abbiamo ripercorso la storia antica e medievale della valle attraverso le monete, con un’analisi della letteratura edita dall’Ottocento, segnalando ulteriori ritrovamenti, presentando i risultati emersi da importanti scavi archeologici condotti dalla Soprintendenza in chiese e castelli della valle.
«Ne è uscito un quadro interessante, nel quale la moneta appare negli ultimi tempi della repubblica romana, per poi diffondersi capillarmente in piena età imperiale, per poi sparire nuovamente fino al XIII secolo.»
Oltre agli aspetti economici, quali informazioni sulla vita e sulle interazioni sociali delle antiche comunità della Val di Sole emergono dalla distribuzione delle monete sul territorio?
«Le informazioni sono quelle che vengono da materiali che non rappresentano solamente il mezzo per concludere piccole e grandi transazioni quotidiane, ma anche una riserva di valore nel tempo, un oggetto sacro, un mezzo di diffusione di messaggi politici; il quadro è quello di un’area che conosce la moneta solo con Roma imperiale, in condizioni più periferiche rispetto alla centralità di una valle dell’Adige o della stessa Val di Non.»
Lei ha scritto e curato numerose pubblicazioni: a cosa sta lavorando, progetti futuri?
«Limitandoci ai temi della serata, con la Soprintendenza ho analizzato i ritrovamenti monetari della chiesa di Santo Stefano di Carisolo per una prossima pubblicazione; inoltre, sto conducendo per l’area della Judicaria un progetto analogo a quello già realizzato in Val di Sole.
«Infine, sarà pubblicato uno studio sulla zecca di Trento ai tempi del grande vescovo Egnone di Appiano, in occasione delle celebrazioni per il 750° della morte tenutisi ad Appiano/Eppan nel 2023.»
Daniela Larentis – [email protected]